La sfida stellare di Champions League, andata in scena lo scorso martedì 7 marzo, allo stadio San Paolo di Napoli tra gli azzurri di mister Sarri e il Real Madrid di Zidane, ha infiammato i cuori dei supporters partenopei, seppure siano usciti dalla più quotata delle competizioni europee.
Il Napoli non vince, ma convince: la prestazione degli azzurri ha riscosso consensi ed elogi, non solo tra i tifosi, ma anche tra gli addetti ai lavori. Una delle disamina più lucide, come puntualmente accade all’indomani delle prestazioni della squadra di Sarri, proviene da una pagina facebook che ha dato il via ad un’autentica corrente di pensiero, “Sarrismo – Gioia e rivoluzione”:
“La storia del calcio è piena di partite in cui Davide riesce a battere Golia. Sport episodico, di logoramento fisico e mentale. Una distrazione e rischi di essere fottuto. Più difficile che Davide riesca a prendere Golia a calci nel culo, come è accaduto ieri fino alla capocciata di Sergio Ramos. Cinquanta minuti di estasi calcistica, in cui la squadra Campione d’Europa e del mondo non ha capito …niente, in balia di una macchina da futbol che, sospinta dal suo popolo, ha tirato fuori l’anima, il coraggio, la volontà di dominio del suo Comandante. Molti disgraziati hanno ridotto tutto questo alla “marcatura a zona”. Gente che non conosce il significato della parola Lavoro. Gente abituata a semplificare tutto, a trovare una soluzione a tutto, seduta comodamente sul proprio divano. A queste persone andrebbe fatto notare che prima di ieri sera in sette degli otto gol segnati in stagione Sergio Ramos era marcato a uomo. E che Diego Godin, uno dei migliori saltatori del gioco, è ancora in analisi dopo aver marcato a uomo Sergio Ramos e perso due finali di Champions League. La verità è che oggi non c’è nessuna colpa da attribuire, nessuna spiegazione, nessuna sega mentale. I fuoriclasse determinano. E non c’è un c***o da fare. Il Napoli ha perso, il Napoli è uscito. Vi risparmiamo la retorica della “testa alta”. Perché i limiti ci sono, perché si poteva fare meglio, perché quei maledetti calci d’angolo non bisognava regalarli. Ma quello che resta sono quei cinquanta minuti “fuori dal normale”, in cui il Real Madrid sembrava la Sambenedettese. Cinquanta minuti in cui il Sarrismo ha toccato il suo punto più alto. Finora.”