Verrà inaugurata venerdì 3 marzo alle ore 17 nella Sala Foyer del PAN – Palazzo delle Arti di Napoli, “Freedom”: la mostra di Antonio Raia, l’unico artista al mondo affetto da sclerosi multipla secondaria progressiva.
Una passione forgiata a immagine e somiglianza delle limitazioni fisiche imposte dalla malattia ha portato l’artista a creare una tecnica unica al mondo per realizzare i suoi dipinti e che Raia definisce “mista”: la parte grafica viene realizzata al computer. Allo stato attuale, dopo aver quasi completamente perso la sensibilità alla mano destra, Antonio non riesce più ad adoperare il mouse, quindi si avvale del touch screen per creare le sue opere, il cui tratto peculiare e distintivo è “l’effetto spatola” che l’artista crea stendendo un po’ di colore sulla tela.
La firma di Antonio Raia è l’impronta digitale del suo pollice.
Un tripudio di colori, senza forme e liberi dagli schemi, proprio come l’anima dell’artista, suo malgrado, intrappolata in un corpo che rende ogni giorno più difficile l’espressione della sua arte. La tela, quindi, diventa uno spazio da riempire con i colori della libertà.
I colori, carichi, forti, decisi sono i protagonisti incontrastati delle sue tele. La violenza dei colori è il veicolo di cui l’artista si serve per suscitare emozioni.
Realizzare una mostra personale al PAN era il sogno di Antonio Raia che dipinge per lanciare un messaggio ben chiaro attraverso i suoi quadri: “la presenza di noi persone malate ed affette di disabilità su questa terra deve essere percepita come un monito per le persone che stanno bene, – spiega l’artista – affinché abbiano cura del dono che gli è stato fatto e imparino a non dare tutto per scontato.
Adesso che guardo il mondo seduto da una sedia a rotelle, se ripenso al passato, mi rendo conto di quanto fosse diverso il mio modo di intendere e vivere la vita. Dipingo per sensibilizzare le persone “sane” sui limiti e sui disagi che porta questa malattia. Ci sono molte persone che pensano che la sclerosi multipla sia contagiosa! La mia arte vuole abbattere le barriere dei pregiudizi e aiutare le persone a non allontanare il problema solo perché non li riguarda direttamente. È anche un modo per dare speranza e forza alle persone che vivono nella mia stessa condizione per esortarle a non abbattersi e ricercare una nuova motivazione e delle nuove passioni da adattare a questa “nuova vita”. Ma, soprattutto, spero che l’inno alla vita raffigurato nei miei quadri, consegni un monito severo alle nuove generazioni, affinché mettano da parte i tablet e i cellulari per godere di più delle bellezze della vita.”
La mostra, realizzata con la collaborazione del PAN – Palazzo delle Arti di Napoli e con il Patrocino dell’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli, sarà visitabile fino al 13 aprile 2017.