Nove ordinanze di custodia cautelare quelle eseguite, martedì mattina, dalla polizia, tra le province di Napoli, Caserta, Latina, Ravenna e Chieti, contro il clan Bidognetti di Casal di Principe. Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di estorsione, detenzione e porto illegale di armi comuni da sparo, rapina aggravata, ricettazione, indebito utilizzo di carte bancomat, favoreggiamento personale e altro, reati commessi con l’aggravante del metodo camorristico, al fine di agevolare l’organizzazione camorristica.
L’attività di indagine ha permesso di svelare l’esistenza di un gruppo criminale attivo a Castel Volturno – località “Destra Volturno” ed ha fotografato l’evoluzione del sodalizio denominato clan dei Casalesi, in particolare della frangia riconducibile al capo clan detenuto Francesco Bidognetti, nell’arco temporale intercorrente tra agosto e novembre 2015.
Il gruppo criminale, secondo gli inquirenti, era capeggiato da Nicola Russo, 34 anni, che, dopo la scarcerazione, si rendeva da subito protagonista di svariate condotte illecite. Lo stesso avrebbe operato quale referente del clan dei casalesi nell’area di Castel Volturno e, in particolare, nel territorio di “Destra Volturno”, imponendo ai proprietari delle abitazioni il versamento di denaro a titolo di “guardiania”. In altri termini, la “guardiania” rappresentava una forma di estorsione in quanto le abitazioni i cui titolari non aderivano al “servizio offerto” venivano sottoposte a danneggiamenti o a furti.
Gli investigatori hanno dimostrato gli intenti criminosi di Russo nei confronti del pubblico ministero Cesare Sirignano, già sostituto procuratore della Repubblica di Napoli e ora alla Direzione nazionale antimafia, protagonista di diverse inchieste nei confronti di accoliti al clan dei casalesi. Attestata anche la commissione di diverse rapine con armi da parte del gruppo criminale e la pianificazione di una di esse in pregiudizio del titolare di un supermercato di Mondragone. Tra gli arrestati figura Achille Pagliuca, 37 anni, che aveva trovato rifugio in un’abitazione messa a disposizione da Russo.
In carcere: Leonide Luise, 60 anni; Achille Pagliuca, 37; Omed Memedoski, macedone, 37 anni; Nicola Russo, 34; Enrico Russo, 29. Ai domiciliari: Antonio Bocchino, 22 anni; Cristofaro Cossentino, 24; Emanuele Mazzocca, 27; Michele Iazzetta, 32.
Il clan Bidognetti, lo scorso 2 febbraio, subì un duro colpo con l’arresto di Katia Bidognetti, 35 anni, terzogenita del boss Francesco Bidognetti (nella foto), detto ‘Cicciotto ‘e mezzanotte’, della sorella Teresa, 26 anni (ai domiciliari poiché in stato di gravidanza), della cognata Orietta Verso, 42 anni (anche lei in carcere, moglie del secondogenito del boss, Raffaele Bidognetti), e dell’ex marito Giovanni Lubello (ai domiciliari a Formia), tutti accusati di estorsione aggravata dal metodo mafioso.
Dalle intercettazioni telefoniche e ambientali, è emerso come la reggenza del clan fosse saldamente in mano a Katia Bidognetti, che prendeva ordini direttamente dal padre durante i colloqui, tramite un consolidato sistema di allusioni e messaggi.
Determinanti le dichiarazioni di Anna Carrino, madre delle due sorelle arrestate, collaboratrice di giustizia che con le sue confessioni ha messo in ginocchio il clan