Tra via Califano, la strada di Ponticelli che, ogni lunedì e giovedì, da tempo immemore, accoglie il mercato del quartiere e via Aldo Merola, la strada dove nel dicembre del 2015 sono stata aggredita, s’interpone la villa comunale, intitolata ai Fratelli De Filippo.
Anche quando ho subito quella brutale aggressione era un lunedì mattina, anche quel giorno, il mercato era in pieno svolgimento. La coppia di coniugi artefice di quel gesto violento arrestò la mia corsa proprio mentre cercavo di raggiungere la pattuglia della polizia municipale che di consueto stanzia all’incipit del mercato. Nessuno ha mosso un dito per difendermi o soccorrermi. Nessuna, tra le centinaia di persone che ha assistito a quella mattanza, si è fatta avanti per testimoniare.
I miei aggressori abitano lì, a pochi metri da quella striscia d’asfalto che due giorni a settimana accoglie colori, forme e suoni peculiari del mercato. Eppure, a dispetto dell’ostilità e dell’omertà che troneggiano lungo via Aldo Merola, il mercato di via Califano è uno dei luoghi in cui calore e stima non mi mancano mai.
Dovrei sentirmi in pericolo, invece, mi sento a casa: è proprio questa la magia del mercato, un autentico patrimonio storico-culturale della tradizione di casa nostra che rischia di estinguersi, non solo lungo le strade di Ponticelli.
Sono ormai due anni che racconto le loro storie di vita e soprattutto le battaglie che quei commercianti continuano a condurre per vedersi riconoscere dei diritti.
Come spesso accade nei contesti mercatali, anche quello di via Califano nasce come “mercato abusivo”, ovvero, degli ambulanti, senza licenze né permessi, occupano senza autorizzazione un suolo pubblico per esporre merce che, secondo la legge, non può essere venduta.
Non c’è niente di lecito in questo tipo di commercio, eppure, di recente, lo Stato sta dimostrando che non è sempre corretto affermare che “la legge è uguale per tutti” e che non sono ammesse eccezioni.
Le strade e le piazze di tutte le realtà del mondo sono invase dai mercati che rappresentano una delle forme più antiche e longeve di commercio e salvaguardarne la continuità significa svolgere un atto che va ben oltre la mera pratica amministrativa. Nell’era contemporanea, a fronte delle difficoltà economiche con le quali la maggior parte degli italiani sono costretti a fare i conti, i mercati rappresentano un autentico salvagente per non annegare tra le plurime vicissitudini della vita.
Abiti e generi alimentari di prima necessità a prezzi modici e la lotta per sopravvivere diventa meno sfiancante. Per chi compra e per chi vende.
L’avvento dei centri commerciali e dei negozi cinesi, però, ha complicato le cose per i venditori ambulanti e la strada da percorrere per assicurarsi un pasto caldo è diventata più ripida.
La massiccia affluenza di extracomunitari, inoltre, sta dando luogo a un abusivismo incontrollato/incontrollabile e che, al momento, più che le leggi dello Stato, sta vedendo vincere quelle multirazziali.
Da qualche anno, come detto, gli ambulanti del mercato di via Califano stanno lottando per abbattere i pregiudizi legati alla loro categoria e vedersi riconoscere i diritti e i doveri confacenti a tutti i commercianti, non solo agli occhi dell’opinione pubblica, ma soprattutto davanti alla legge.
Abusivi che chiedono di vedere regolarizzata e legalizzata la loro posizione e che, per far sì che ciò accada, strano ma vero, devono combattere.
Innumerevoli i cortei, gli incontri con le istituzioni e le iniziative avviate dai suddetti commercianti per vedersi riconoscere il diritto al lavoro.
Mentre l’abusivismo dilaga, non solo a ridosso dello stesso mercato e non solo in questo ambito, l’applicazione della legge “ad oltranza” appare il dato più imbarazzante da documentare.
A proposito della coppia di coniugi artefice della mia aggressione è opportuno ricordare come si guadagnano da vivere: vendendo generi alimentari all’interno di un chiosco ricavato abusivamente, murando gli spazi del palazzo in cui vivono, all’interno del parco Merola, e che, secondo le norme antisismiche, devono – e non dovrebbero – rimanere aperti. Una pratica diffusa ed estesa, quella della costruzione abusiva: migliaia le attività commerciali e perfino le abitazioni, ricavate nel pieno raggiro delle regole, sotto gli occhi impassibili delle istituzioni.
All’esterno dello stesso parco Merola, a ridosso di una delle rotatorie più trafficate dell’intera periferia, stanzia, quotidianamente e indisturbato, un venditore di giocattoli.
I venditori ambulanti di pane, frutta e verdura, non si contano, ma, in virtù della pressoché totale mancanza di pratiche repressive, questo genere di abusivismo, sembra essere stato acquisito come “lecito”.
Mentre i commercianti del mercato di via Califano, nonostante abbiano regolarizzato la loro posizione, pagando il richiesto bollettino lo scorso dicembre, continuano ad incassare sanzioni. Le ultime sono sopraggiunte poco più di un mese fa: 120 commercianti si sono visti notificare una multa di 1.000 euro da parte della polizia municipale. Il motivo?
Lo spiegano le voci del mercato nella videointervista realizzata di recente.