La procura di Napoli ha aperto un fascicolo modello 45 – relativo a fatti non costituenti reato – in seguito alle notizie di stampa su presunti festini gay che vedrebbero coinvolti sacerdoti. Il fascicolo è affidato alla quarta sezione della procura, denominata ”fasce deboli”, coordinata dal procuratore aggiunto Luigi Frunzio. Al momento, stando alle notizie diffuse, non si ravvisa alcuna ipotesi di reato, ma la magistratura attraverso una indagine conoscitiva intende verificare l’eventualità che possano essere coinvolti minori.
“Il nostro obiettivo è fare chiarezza. Queste sono cose che non fanno piacere non solo alla Curia diocesana ma a tutti i fedeli cattolici laici e presbiteri”. Così il vicario della Chiesa di Pozzuoli, don Paolo Auricchio, sulla vicenda dei festini gay che coinvolgerebbero – dopo il caso del parroco napoletano sospeso dal suo incarico, in attesa delle verifiche del caso – anche un prete della diocesi flegrea. “Non è stata ancora adottata alcuna decisione. Il vescovo, mons. Gennaro Pascarella, sta analizzando le documentazioni che gli sono state trasmesse e valutando con attenzione la situazione. Se necessario si agirà”.
Intanto, il parroco napoletano coinvolto nello scandalo ha salutato la comunità durante il pomeriggio del 21 febbraio. Poche parole al sacrestano, un breve commiato con i bambini del catechismo. E poi via, lontano dalla parrocchia di cui è stato guida spirituale per circa sei anni e dai clamori di una vicenda che lo ha sbattuto in prima pagina senza appello. A Santa Maria degli Angeli, centralissima parrocchia nel cuore di Napoli, c’è voglia di normalità dopo la sospensione temporanea del parroco decisa ieri dal cardinale Crescenzio Sepe.
Tutto nasce da una denuncia anonima su un giro di festini gay e su una chat utilizzata per incontri a base di sesso. Don Giuseppe Carmelo, parroco di Santa Lucia a Mare, è il nuovo amministratore della parrocchia: “Ho trovato una comunità disorientata ma bisogna avere fede e pregare, evitando di dare giudizi affrettati e invocando la misericordia di Dio”. Tra i fedeli prevale l’incredulità: “Fino a prova contraria il parroco è una persona perbene ma ormai è stato infangato per sempre”.