Il bullismo: una delle piaghe sociali più in auge tra i giovani. Un problema di ieri e di oggi, con la differenza che, nell’era del 2.0, i social vengono utilizzati come strumenti di cui servirsi per rincarare la dose.
Emarginazione, disagio sociale, problemi psicologici che possono spingere anche al suicidio: solo alcuni delle ferite che quelle continue secchiate di odio possono arrecare ad una persona.
Bambini, adolescenti, giovani, emarginati, malmenati e disprezzati, a volte senza un motivo. Altre volte per motivi surreali. Altre volte ancora, per il loro aspetto fisico. Come racconta una ragazza napoletana, talmente terrorizzata dall’odio che la tormenta, da non voler rivelare il suo nome né il quartiere in cui vive. Sceglie l’anonimato per nascondersi e proteggersi, proprio come ha fatto per tutta la vita, per sfuggire a quel feroce incubo che rappresenta la sua realtà.
“La mia è stata una nascita prematura ed ho iniziato a camminare un po’ più tardi rispetto agli altri bambini. Sono affetta dalla rara sindrome di Arnold Chiari che consiste in una malformazione del cervelletto, ovvero posizione bassa delle tonsille celebrali, ciò comporta uno sdoppiamento della vista, un equilibrio poco stabile e di conseguenza un andatura “poco graziosa”. A causa del mio precario equilibrio, circa 3 anni fa ho avuto un incidente domestico in cui ho perso l’udito dell’orecchio destro, ma questo non mi ha abbattuta, anzi mi ha resa davvero molto più forte. Ciò che mi distrugge è guardare ogni giorno il mio viso, ho una paresi facciale al lato destro.
Odio il mio sorriso, il mio viso è la causa del mio dolore.
Giuro, ogni giorno ricevo derisioni e umiliazioni, alcune davvero pesanti, non paragono questo dolore ad una coltellata o pugnalata, perché è più simile a un senso di morte ciò che avverto.
Provo un’angoscia indescrivibile, molte volte ho pensato al suicidio, alcune volte ero davvero vicina a compiere un gesto così estremo e non nascondo che spesso ancora mi capita di ripensarci. La mia ricerca più frequente su google è: “modi indolori per uccidersi!”
Mi sento intrappolata non tanto nel mio corpo che con gli anni ho iniziato ad accettare, ma nel mio viso, forse perché quest’ultimo è la fonte del mio più grande dolore! Mi guardo e penso: se fossi stata un’altra avrei potuto essere felice anche io, avrei avuto una vita come tante altre ragazze. Molte sere, di ritorno da serate trascorse nei locali con le mie amiche, ho pianto, perché sono sempre stata quella ignorata dai ragazzi, dal resto del mondo, come se avessi un mantello di invisibilità o peggio ancora, mi venivano indirizzati commenti o sorrisi maligni.
Non fingo perché non ne ho motivo, la verità è che mi sento senza nessuna speranza!
Viviamo in un mondo di apparenze e anche se ci fosse stato qualcosa di bello in me, nessuno l’ha visto, perché hanno sfigurato anche quello!”
Cosa vuoi dire a chi pratica il bullismo?
“Ho capito che qualsiasi messaggio mandi, qualsiasi cosa si cerca di fare per sensibilizzare su questo tema, non ha nessuno effetto sull’animo umano. Magari la mia storia può solo aiutare a far riflettere un pochino. Non vorrei compassione, ma non mi aspetto neanche comprensione dalle persone, perché se c’è un essere crudele al mondo, quello è proprio l’essere umano!”