Un provvedimento storico quello adottato dal tribunale per i minori di Napoli che ha sospeso la potestà genitoriale a elementi di vertice e affiliati del clan Elia.
La vita di quei bambini, di età compresa tra i 3 e i 14 anni, figli di boss della camorra, dal 16 febbraio 2017 si svolgerà lontano da Napoli e dai genitori, in case famiglia situate in altre regioni.
Il provvedimento riguarda cinque figli di elementi di vertice del clan egemone nella zona del Pallonetto di Santa Lucia.
Tutti i genitori sono coinvolti nel blitz che lo scorso 17 gennaio scorso ha determinato diversi arresti e lo smantellamento di una piazza di spaccio nella zona del Pallonetto che vedeva anche bambini di pochi anni coinvolti a pieno regime.
Il comportamento dei genitori dei bambini sottratti a elementi di vertice del clan Elia dal tribunale dei minori di Napoli, era di “gravissima violazione dei doveri inerenti alla responsabilità genitoriale”, anche perché i bambini sono cresciuti “in un contesto familiare e ambientale del tutto privo di stimoli educativi e formativi”, “caratterizzato dall’abituale trasgressione delle regole morali e della comune convivenza, che ne ha seriamente compromesso la possibilità di un adeguato sviluppo della personalità”. A scriverlo, nel provvedimento di sospensione della responsabilità genitoriale, il collegio del tribunale per i minorenni presieduto da Giovanni Saporiti, giudice relatore Paola Vallario.
Inoltre, il collegio del tribunale per i minorenni ha anche stabilito il “divieto assoluto di rapporti”, perché’ c’è “necessità di recidere i deleteri legami ambientali che hanno già potenzialmente compromesso l’equilibrato sviluppo dei minori”.