Un business prolifero e silenzioso che ha rifocillato le casse della camorra e ha alleggerito gli oneri degli imprenditori del Nord Italia, tramutato, poi, in uno scandalo mondiale, che ha consentito a Roberto Saviano di acquisire la medaglia di “eroe nazionale” e a centinaia di personaggi dello spettacolo hanno supportato e spalleggiato una nobile causa.
Dopodiché è calato il buio: “la terra dei fuochi”, questa l’etichetta affrancata ad uno dei disastri ambientali più mostruosi della storia dell’umanità, generato dallo sversamento di rifiuti tossici nelle terre del casertano e dell’hinterland napoletano.
In attesa che il governo decida come bonificare quei terreni avvelenati, la gente che in quell’inferno è costretta a viverci, continua a morire.
Donne, uomini, bambini: una mattanza che non fa sconti a nessuno.
“Negli ultimi 20 giorni sono 8 i bambini morti di tumore” perché vivevano nella così detta Terra dei fuochi, nel Napoletano. Sono i drammatici dati riferiti dalle mamme aderenti al comitato ‘Vittime della Terra dei fuochi’ che sono davanti alla Prefettura di Napoli dove oggi, 6 febbraio, si è svolta una riunione su Bagnoli con il ministro per il Mezzogiorno de Vincenti. “Questi bambini – dicono le donne – non riposeranno mai in pace. Per loro non c’è giustizia”. I bambini deceduti nell’ultimo mese – come riferito – avevano tra i 7 mesi e gli 11 anni.