Mentre le circa 400 famiglie che tuttora vivono tra le rovine dei palazzoni, tumulati e non, del Rione De Gasperi di Ponticelli, attendono di conoscere il loro destino e di sapere a chi sono destinati i restanti appartamenti ancora da assegnare nel “nuovo De Gasperi”, qualcuno ha pensato di rendere palpabile come e quanto quelle abitazioni vuote facciano gola a chi sogna di vivere in una casa degna di definirsi tale.
In un tessuto sociale dove dilagano povertà e disperazione e le uniche leggi che dominano azioni ed intenzioni sono quelle della strada, “occupare” in maniera illecita un’abitazione alla quale, probabilmente, non si ha diritto, diventa l’unica azione applicabile per appagare il proprio diritto alla casa.
Diritti senza doveri, azioni sprezzanti delle conseguenze, le cattive maniere quale unica soluzione possibile per ottenere ciò che si desidera: questo il modus operandi che dilaga nelle “terre di nessuno” come Ponticelli, dove la camorra unitamente alla cattiva politica e all’assenza dello Stato in tutte le sue forme, creano un alibi morale e materiale che, da tempo immemore, clamorosamente legittima il manifestarsi e protrarsi di questo genere di condotta.
Lo scorso venerdì 27 gennaio, mentre l’amministrazione era intenta a depositare medaglie in memoria delle vittime dell’olocausto, i reduci di una diversa e più tacita discriminazione di genere, quella che da decenni si consuma ai danni degli abitanti – legittimi e non – degli alloggi di proprietà del comune, hanno vissuto momenti piuttosto concitati.
Alcune famiglie, attualmente residenti nei Bipiani, uno dei contesti più degradati non solo della periferia orientale, ma dell’intera città di Napoli, sono giunte al cospetto delle case non ancora assegnate nel Rione De Gasperi di Ponticelli e hanno cercato di “scassare per entrare” ovvero, di occupare abusivamente e nel raggiro della legge, i suddetti appartamenti, appropriandosene indebitamente.
Qual è stata la reazione degli abitanti del Rione De Gasperi che attendono tutt’oggi in maniera speranzosa e composta di conoscere le loro sorti?
Coerentemente con la scelta intrapresa già da diversi mesi, ovvero, di avviare una protesta civile che escluda raid vandalici per intavolare un dialogo costante con l’amministrazione, dopo aver allertato le forze dell’ordine, gli abitanti del De Gasperi in attesa di un alloggio, si sono recati sul posto e hanno dato luogo ad un autentico cordone umano, compostamente raccolto, in attesa di conoscere l’esito dell’intervento delle forze dell’ordine.
Le case sono state immediatamente sgomberate dalle autorità competenti giunte sul posto e le suddette famiglie invitate a guardarsi bene dal ripetere il tentativo di occupazione indebita.
Gli abitanti del Rione De Gasperi hanno conquistato sul campo un “punto d’onore” che manifesta un forte senso di riscatto, materiale e morale, che rende tangibile il desiderio di vedere appagato il diritto alla casa, senza eludere le regole e senza vedersi scavalcare dalla “solita” violenta e prepotente condotta di chi rischia di intralciare i piani dell’amministrazione.
Infatti, non appena definita la situazione delle Vele di Scampia, l’assessore Panini e l’entourage del comune di Napoli addetto alle assegnazioni degli alloggi, sta lavorando a tambur battente alla questione De Gasperi, per procedere alle assegnazioni dei restanti appartamenti e, al contempo, definire la situazione dei non aventi diritto ad un alloggio comunale.