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Cosa è cambiato nella Duchesca dopo la denuncia pubblica di Ciro Scarciello?

Luciana Esposito di Luciana Esposito
27 Gennaio, 2017
in In evidenza, News
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Cosa è cambiato nella Duchesca dopo la denuncia pubblica di Ciro Scarciello?
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2209447_anto2336 La Duchesca, il mercato della Maddalena: un tempo, uno dei luoghi più vissuti della città. Oggi, lo scenario è cambiato sensibilmente.

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Basta passeggiare tra quelle strade dove, negli anni d’oro, per farsi spazio era necessario dimenarsi tra la folla, per capire cosa ha voluto dire Ciro Scarciello, il salumiere della Duchesca diventato celebre dopo l’intervista mandata in onda nel corso del programma di Raitre “Chi l’ha visto?” in seguito alla sparatoria maturata il 4 gennaio 2017, per ragioni legate al pizzo imposto agli ambulanti della zona.

Un susseguirsi spaventoso di saracinesche chiuse: sono pochissimi i commercianti che “sopravvivono” alle angherie dello Stato e della camorra in quello che un tempo era il regno del commercio partenopeo.

Lo conferma il giovane titolare di un bar del posto, padre di una bambina di pochi mesi che fornisce una testimonianza che rilancia e legittima la denuncia di Ciro Scarciello: “guadagno 70 euro al giorno, di questo passo, sarò costretto a chiudere anche io. Non siamo tutelati, non siamo aiutati, né messi in condizione di poter tenere aperte le nostre attività.”

Nella salumeria di Ciro continuano a giungere clienti da ogni quartiere della città: un giovane laureando in psicologia di Capodimonte, si commuove addirittura nel salutare il salumiere, involontariamente diventato un simbolo emblematico di quel desiderio di riscatto e miglioria che vive in molti altri napoletani. Un giovane educatore di Ercolano, anche lui recatosi nella salumeria Scarciello per fare la spesa e confrontarsi con Ciro. E, ancora, un ragazzo cinese che, dopo aver visto una delle tante interviste rilasciate dal salumiere, ha voluto portargli una dimostrazione concreta di stima e solidarietà. Una via crucis di volti e di testimonianze che raccontano la stessa e puntuale storia, quella che dipinge il volto di un popolo che, forse inconsapevolmente, si augura che quelle parole pronunciate da Ciro possano smuovere l’inerzia di uno stato di cose abbandonate a sé stesse, tra le cui crepe, per diverse forme d’illegalità, è stato ed è tutt’oggi fin troppo facile attecchire.

La camorra è l’ultimo tumore insediatosi in quel corpo già incancrenito da altri mali: l’assenza dello Stato, quale presidio di legalità, sicurezza, controllo e rispetto delle regole, resta il fulcro centrale del problema, prima, durante e dopo la denuncia pubblica del salumiere della Duchesca.

Quello che è sopraggiunto nella vita di Ciro, in seguito alla messa in onda di quell’intervista, non è di certo il cambiamento al quale auspicava, quando ha dato libero sfogo al suo pensiero di cittadino comune. Ironizzando, il salumiere dice: “sono onorato e commosso dalla solidarietà dei napoletani, ma i soldi li tengo! Fatelo sapere alla gente”, in realtà, Scarciello non vuole e non sa perdere di vista il problema cruciale e non si lascia stordire né dalle luci dei riflettori né dal plebiscito di bocche da sfamare che continuano ad ordinargli “spese della solidarietà” da ormai due settimane. Un gesto importante e che non va assolutamente sminuito, soprattutto perché concorre a scalzare il dramma di un commerciante che rischia di rimanere isolato, perché bandito dai residenti della zona che non hanno gradito quell’atto di dignitosa ribellione alle regole che regnano nelle “terre di nessuno”.

Ma dov’è lo Stato?

Omertà e sottomissione: questi i capisaldi su cui si basa l’impero del male dell’”altro Stato”, quello che vive ed esiste nella consapevolezza di tutti, cittadini, politici, istituzioni, e che Scarciello ha solo raccontato a voce alta, generando un vivo e palpabile imbarazzo da parte di chi ha il dovere di intervenire e non lo fa. Adesso che il salumiere ha sbattuto in faccia all’Italia intera quella realtà ormai logorata da decenni di colpevole assenteismo ed abbandono, “lo Stato” si vede costretto a guardare proprio lì, dove ha sempre e colpevolmente distolto lo sguardo.

Il salumiere afferma di non possedere un titolo di studio degno di nota, eppure l’esperienza maturata sul campo nell’arco di un’intera vita trascorsa dietro al banco dei salumi, unitamente all’indole innata di un uomo cullato e cresciuto nel segno di sani principi, fanno di Ciro un maestro di vita, detentore di quelle nozioni che non si apprendono dai libri o tra i banchi di scuola, ma capaci di arricchire e nutrire l’anima di valori che rischiano di vedersi sopraffare dai falsi miti inculcati alle generazioni del 2.0.

Questo è, senza dubbio, il patrimonio più prezioso che il salumiere della Duchesca sta mettendo a disposizione dei giovani che affollano il suo negozio. “Voi giovani potete fare tanto, attivatevi”: questo il monito che Ciro consegna ai ragazzi che si recano da lui per stringergli la mano.

Cosa è cambiato nella Duchesca dopo la denuncia di Ciro?

La zona è blindata dalle pattuglie della polizia, ma la fotografia denunciata dal salumiere resta immutata.

Qualche giorno fa c’è stato un furto nella chiesa che si trova proprio a due passi dalla salumeria Scarciello. Due calici, il bottino finito nel sacco dei malviventi: l’ennesimo tassello che infoltisce il mosaico imbastito da Ciro e che racconta il dramma di un luogo in cui “non c’è più religione”. Nemmeno quella.

Tags: camorraciro scarcielloduchescaistituzionilegalitàmercato della maddalenanapolisalumeria scarciellosalumiereStato
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