L’hotel Rigopiano viene ricordato e descritto da chi vi ha soggiornato come un angolo di paradiso.
Una dimora ideale nella quale concedersi una vacanza da sogno, tramutatasi in un lampo in un incubo, tra le 17 e le 17.40 del 18 gennaio, quando in seguito alle scosse di terremoto che si sono susseguite dalla mattinata, una valanga di neve ha travolto l’albergo.
Una valanga di dimensioni straordinarie, per ampiezza e quantità della neve.
Due morti accertati, una trentina di dispersi tra cui quattro bambini – una piccola di 6 anni e tre maschietti di 7, 8 e 9 anni – e almeno due feriti. I primi soccorritori, all’hotel Rigopiano “spazzato via” da una valanga, sono arrivati alle 4 di notte. Sugli sci, dopo ore di marcia sotto la bufera che imperversava sul Gran Sasso. Lì a 1200 metri hanno trovato un inferno di macerie e neve. Alla tragedia e ai disagi consequenziali al’ insorgenza del sisma, si addiziona anche la storia dell’albergo nel comune di Farindola (Pescara) che ospitava 24 persone – 20 adulti e quattro bambini – più il personale della struttura, formato da 12 persone compreso il titolare. È ancora presto per tirare le somme, ma sicuramente ci sono due persone estratte senza vita dalle macerie. Il sindaco di Farindola, Ilario Lacchetta, nel tardo pomeriggio ha detto che “le speranze di trovare persone in vita si riducono di ora in ora”.
I vigili del fuoco asseriscono che le persone presenti nell’albergo potrebbero essere state spazzate vie dall’impeto della neve.
La struttura di tre piani è crollata probabilmente sotto il peso della massa di neve e si è trasformata in una trappola per tutti. Gli ospiti erano pronti ad andare via: erano in attesa dello spazzaneve che doveva arrivare alle 15, ma poi l’appuntamento era stato spostato alle 19. Alle 17.40 l’albergo è venuto giù, sotto un’enorme colata di detriti. Ad innescare la valanga, il terremoto, la neve ha fatto il resto.
Auesta mattina con le prime luci dell’alba hanno raggiunto l’hotel. Quando finalmente sono arrivati lassù in molti sono scoppiati in lacrime: 20 ore di fatica bestiale arrancando tra muri di neve e un vento gelido per trovare un cumulo di macerie e neve. Vigili del fuoco, poliziotti, carabinieri, uomini del Soccorso Alpino e della Guardia di Finanza, medici, paramedici e volontari della Protezione, dopo l’iniziale sconforto, hanno iniziato a scavare. Verso le 15 qualche mezzo comincia a scendere dall’hotel. Dentro ci sono facce distrutte, stralunate, sconvolte.
Le notizie che arrivano sono terribili. “L’hotel è stato spazzato via” dicono i vigili del fuoco. E i cani, portati, per poter individuare i superstiti non rilevano nulla. I soccorsi potrebbero essere partiti in ritardo.
È una delle notti più buie e drammatiche della storia d’Italia.