Lunedì 16 gennaio 2017, il palco del Teatro San Carlo di Napoli accoglierà Diego Armando Maradona che interpreterà è stesso, nell’ambito di uno spettacolo inedito, diretto da Alessandro Siani. Un appuntamento ideato e voluto dall’entourage dell’attore napoletano e che ha generato non poche polemiche e malcontento per la politica elitaria che contraddistingue un evento voluto per festeggiare il 30esimo anniversario della conquista del primo scudetto azzurro.
Il sindaco di Napoli, smorza le polemiche annunciando una grande festa popolare in onore di Diego Armando Maradona, in occasione della quale gli verrà conferita la cittadinanza onoraria. Luigi de Magistris nel corso di un’intervista rilasciata al direttore editoriale del Vg 21 Gianni Ambrosino ha dichiarato quanto segue: “Organizzeremo una grande festa popolare per l’anniversario dei 30 anni dal primo scudetto del Napoli”. Il sindaco ha aggiunto che in quella occasione verrà conferita la cittadinanza onoraria al Pibe de Oro. Sulla serata organizzata da Alessandro Siani lunedì sera al teatro San Carlo, il sindaco ha precisato che il comune di Napoli non è coinvolto nell’organizzazione e ha aggiunto: “E’ senz’altro un grande evento e Diego merita una serata nel Massimo partenopeo. Credo che riavere Maradona a Napoli nell’anniversario del primo scudetto sia altrettanto importante e significativo”.
Chi ha esternato senza mezzi termini un forte disappunto in merito alla gestione degli accrediti stampa e non solo, è l’Ordine dei Giornalisti della Campania. Il presidente, Ottavio Lucarelli, ha pubblicato su facebook la seguente nota: “Grave discriminazione nei confronti della stampa regionale da parte degli organizzatori dell’evento che coinvolgerà lunedì sera Maradona e che prevede un’anteprima a “inviti” per la stampa nel pomeriggio di domenica in un albergo del lungomare di Napoli. Inviti riservati ad alcune televisioni nazionali e a pochi giornali con l’esclusione delle televisioni regionali, di alcune testate di carta stampata e dei siti Internet. La scelta penalizza una larga parte dell’informazione regionale danneggiando non solo le testate giornalistiche escluse ma anche un’importante porzione dell’utenza sportiva e non. Una scelta dissennata che mortifica l’informazione della Campania e i suoi utenti.”