Chi naviga sul web sa bene che la truffa si cela dietro l’angolo, ma è altrettanto vero che non si è mai abbastanza informati per prevenire il pericolo.
Una nuova tecnica viene segnalata in sensibile ascesa e proprio di recente ha rischiato di rimanerne vittima una giovane napoletana che aveva messo in vendita su un sito internet un abito da sposa. Com’è successo anche ad altri utenti, ha ricevuto una mail molto strana: in un italiano scadente, richiedono di essere contattati a un indirizzo alternativo rispetto a quello fornito dall’utente.
Questo genere di raggio viene denominato “truffa della Costa d’Avorio o nigeriana” e consiste in un banale tentativo, di natura fraudolenta, di ottenere denaro tramite lo sblocco di un finto bonifico.
Il tipo di contatto tra gli utenti è di carattere del tutto casuale. Il finto richiedente non è affatto interessato all’oggetto in vendita; vuole solo arrivare alla definizione di un pagamento per attuare la cosiddetta “truffa alla nigeriana”.
La suddetta truffa si distingue in quattro fasi:
Fase 1 – Il truffatore va alla ricerca su internet di annunci di vendita regolari, cioè persone che realmente hanno messo in vendita oggetti di un certo valore. Una volta trovata la potenziale vittima, il truffatore passa alla fase successiva.
Fase 2 – Il truffatore contatta tramite email l’acquirente, mostrando un particolare interesse per il suo annuncio. L’intenzione è quella di portare a termine l’acquisto tramite bonifico. Naturalmente, all’interno della mail è descritta una situazione verosimile, che possa rendere ancora più convincente l’acquisto.
Fase 3 – Dopo aver ottenuto la fiducia dell’acquirente, il truffatore spiega che effettuerà il pagamento tramite bonifico bancario dalla Costa d’Avorio. Aggiungerà che, purtroppo, per confermare la transazione è necessario pagare una tassa nazionale, pari a una percentuale sul valore del bonifico.
A questo punto comincia a saltare fuori la truffa, ma a renderla ancora più evidente è il metodo di pagamento che viene chiesto per pagare questa tassa, ovvero un trasferimento di denaro verso un paese estero tipicamente tramite Western Union o MoneyGram. Con questi due metodi è impossibile risalire a chi ha riscosso i soldi.
Fase 4 – Questa è la parte più importante e a cui si deve prestare più attenzione. Qui è dove il truffatore fa di tutto per convincere a pagare la tassa per sbloccare il bonifico. Le tentano tutte per convincere l’utente a pagare, in primis che sono disposti a rimborsare la tassa una volta sbloccato il pagamento, poi, per rendere la cosa ancora più credibile, inviano via email dei documenti in PDF di un fantomatico funzionario della Costa d’Avorio che confermerà che è necessario pagare questa tassa. Inutile dirlo: è tutto falso.
Ecco cosa fare per difendersi: non fornire mai alcun dato, né personale né sul proprio conto corrente. Chiudere subito ogni contatto senza pensarci due volte.
Per riconoscere la truffa della Costa d’Avorio o nigeriana, ricordatevi di questi campanelli d’allarme:
– Nella risposta all’annuncio non viene richiesta nessuna informazione aggiuntiva sull’oggetto che hai messo in vendita.
– L’email non è quasi mai diretta, ma rimanda a un altro indirizzo.
– Il metodo di pagamento richiesto per la fantomatica tassa è tramite servizi di pagamento come Western Union oppure MoneyGram. Ricordate che questi due metodi non permettono di risalire alla persona che ha incassato il denaro.