La mostra al museo MADRE di Napoli dedicata a Fabio Mauri (Roma, 1926-2009) Retrospettiva a luce solida (visitabile fino al 6 marzo 2017), è stata decretata la “migliore mostra dell’anno in Italia” per la prestigiosa rivista e sito web Artribune, che nel consueto BEST OF di fine anno, redatto in collaborazione con un articolato gruppo di opinion makers su tutto il meglio del 2016 nel mondo dell’arte italiana (personaggi, artisti, curatori, musei, gallerie, politici), ha assegnato il primo posto alla mostra in corso al MADRE, a cura di Laura Cherubini e Andrea Viliani e organizzata in stretta collaborazione con lo Studio Fabio Mauri. La mostra, la più completa mai dedicata negli ultimi due decenni a questo magistrale esponente delle neo-avanguardie della seconda metà del XX secolo, è una delle più ampie mai organizzate dal MADRE e comprende più di cento fra opere, azioni e documenti, in un percorso che occupa tutte le principali aree dell’edificio del museo regionale d’arte contemporanea: Re_PUBBLICA MADRE (piano terra), mezzanino, Sala delle Colonne (primo piano) e in tutto il terzo piano e sul tetto-terrazzo. Per tutto lo staff del MADRE e il suo pubblico è la gratificante conferma di un trend positivo: già nel 2013 Artribune aveva decretato il MADRE quale “miglior museo del Paese”, e se nel 2014 gli aveva conferito una menzione speciale, nel 2015 lo aveva di nuovo riconosciuto “miglior museo del Paese per il suo complessivo approccio al ruolo anche nel dialogo con la città.”
Nel 2016 il MADRE è di nuovo nel BEST OF di Artribune per una “mostra dal taglio inedito, che presenta l’artista attraverso “metodo” e “pensiero”, veri protagonisti del percorso”. Riconoscimenti della stampa specializzata che trovano riscontro anche sulla stampa nazionale non di settore – La luce solida di Fabio Mauri illumina il Novecento (“Il Venerdì”, 14 ottobre 2016); L’artista che combatteva contro tutti i muri (“Repubblica”, 30 ottobre 2016); Mauri, l’analisi del potere e il corpo cinematografico (“Il Mattino”, 25 novembre 2016); Fabio Mauri.
Al museo Madre di Napoli una grande retrospettiva ripercorre la creatività di un’artista che ha saputo giocare con la storia e con l’ironia (“La Stampa”, 3 dicembre 2016); Storia e memoria: il “metodo” Fabio Mauri (“Corriere della Sera”, 4 gennaio 2017) – e nel gradimento del pubblico, cresciuto ancora nel 2016 di oltre il 23% rispetto all’anno precedente, e triplicato negli ultimi quattro anni. Un omaggio a uno dei più radicali e influenti artisti italiani contemporanei, la cui ricerca, che appare ancora oggi attualissima e premonitrice, è incentrata sull’esplorazione dei meccanismi dell’ideologia e dei linguaggi della propaganda, dell’immaginario collettivo e delle strutture delle narrazioni mediatiche, in particolare cinematografica e televisiva, imponendolo come uno fra i più grandi artisti contemporanei a livello internazionale.
Artribune, inoltre, assegna il riconoscimento quale “miglior curatore italiano” a Eugenio Viola (Napoli, 1975), che dal 2013 al 2016 ha ricoperto il ruolo di Curator at Large proprio al MADRE, museo con cui ha collaborato dal 2009 e che dal 2017 sarà Senior Curator al Perth Institute of Contemporary Art a Perth, Western Australia: come scrive Artribune: “il prestigioso incarico internazionale in Australia, a Perth, giunge a coronamento di un percorso che ha visto una grande crescita del critico napoletano sia sulla scena italiana, sia nel panorama internazionale”.
Un riconoscimento che attesta e premia, fra l’altro, anche il lavoro di ricerca svolto in questi ultimi anni al MADRE, dove Viola si è occupato, nell’ultimo triennio, dei vari capitoli del progetto Per_formare una collezione, dedicato alla formazione progressiva e allo studio scientifico della collezione museale, e dopo le mostre Buren (2015), Francis dedicate a Boris Alÿs (2014), Vettor Mikhailov (2015), Daniel Pisani (2013-2014), Giulia Piscitelli (2013), ha curato la mostra ancora in corso, inaugurata lo scorso 16 dicembre 2016, dedicata a Gian Maria Tosatti, Sette Stagioni dello Spirito (fino al 20 marzo 2017).
La mostra, la prima dedicata all’artista in un’istituzione pubblica italiana, ha riproposto in una visione unitaria i sette capitoli dell’omonimo progetto – uno dei più grandi progetti di “arte pubblica” degli ultimi anni in Italia – precedentemente presentati a Napoli in sette diverse sedi dal 2013 al 2016, sempre a cura di Viola, e ora riuniti in forma memoriale e metodologica proprio presso le sale del museo MADRE. E nel BEST OF di Artribune si impone tutto il sistema dell’arte contemporanea a Napoli e in Campania, la cui promozione è stata parte centrale della strategia del MADRE negli ultimi anni: “miglior collezionista dell’anno” è Maurizio Morra Greco, e la Fondazione Morra Greco fa parte della piattaforma Progetto XXI della Fondazione Donnaregina, che mira a sostenere e promuovere il rapporto pubblico-privato nell’ambito della ricerca di eccellenza nelle arti contemporanee sul territorio regionale; “migliore galleria” è quella di Alfonso Artiaco, che da poco ha festeggiato i 30 anni di attività e ha collaborato, con tanti altri, alla costruzione in progress della collezione permanente del Museo; e infine il “miglior direttore” è Mauro Felicori, alla guida della Reggia di Caserta, con cui il MADRE ha collaborato per il riallestimento temporaneo della collezione Terrae Motus di Lucio Amelio nel giugno scorso.
Un così ampio e diffuso ventaglio di riconoscimenti conferma la validità di un approccio “di sistema”, di cui il MADRE avverte tutta la responsabilità, e che potrà essere ulteriormente sviluppato con l’attuazione della strategia “Cultura 2020” della regione Campania, che prevede appositi “Itinerari del contemporaneo”.