Una foto che ritrae una mano, quella di Ciro Corona, uno degli esempi di legalità più vibranti e concreti della periferia Nord di Napoli, che mostra cinque proiettili, quelli che sono stati recapitati all’officina delle Culture “Gelsomina Verde”.
“5 proiettili recapitati all’officina delle Culture. Questo il nostro capodanno. La risposta della rete, con migliaia di foto con #iostoconciro provenienti da tutta Italia, dalla Provenza, dal Belgio, ha rispedito al mittente quei proiettili”: questo il messaggio diramato attraverso i social da Ciro Corona e che brillantemente sintetizza la notizia e i suoi risvolti.
Un fulmine a ciel sereno che incupisce il ritratto di una Scampia che negli ultimi tempi rivendicava con forza un volto inedito e ben più genuino: l’abbattimento delle Vele, l’assegnazione dei nuovi alloggi, la nascita del “comitato Vele”, l’impegno sportivo e sociale del maestro Maddaloni e delle tante alte realtà sportive operanti sul territorio, il messaggio d’amore e non violenza di Antonella Leardi, e soprattutto il lavoro di Ciro Corona che, insieme a tantissimi volontari di Resistenza Anticamorra e di altre associazioni, gestisce l’Officina delle Culture “Gelsomina Verde”: un presidio di legalità, non a caso intitolato ad una vittima innocente sortita dalla camorra negli anni d’oro della faida di Scampia. Un monito, severo e perentorio, alla memoria, che consegna un insegnamento prezioso e ricorda che la camorra è principalmente capace di distruggere le cose belle: la vita di giovani radiosi, i valori, i principi, gli ideali che impongono di rinnegare la “chiamata alle armi” per godere di piaceri e gioie spoglie di sangue, polvere da sparo, costernazione, terrore, devastazione, morte.
L’officina è stata inaugurata nel 2015 all’interno di un’ex scuola che ha sede nel rione popolare conosciuto come ‘Case dei Puffi’. L’obiettivo del gruppo che gestisce l’area è quello di offrire alternative lavorative, culturali, formative e professionali ai minori a “rischio”. Un presidio che rappresenta un’alternativa concreta e palpabile per i ragazzi di una periferia che per troppo tempo ha visto nella criminalità organizzata l’unica strada più facilmente perseguibile per osteggiare miseria e noia. Già, nelle periferie disagiate, accade che i giovani scelgano di servire la camorra per sfuggire alla desolante inerzia che si fa puntualmente spazio nelle loro vite. Ragazzi che trascorrono interi pomeriggi a girare a vuoto sugli scooter e reperire i soldi per la benzina diventa un problema.
Ragazzi che trascorrono intere giornate “buttati” fuori ai bar e reperire i soldi per il caffè e le sigarette diventa un problema.
Partire da questa premessa per cambiare le sorti di un luogo: un concetto incomprensibile per chi non guarda né vive dall’interno certe dinamiche, non di certo dr Ciro Corona e il suo “clan della legalità” che hanno davvero rotto le uova nel paniere alla criminalità organizzata, perché hanno saputo fornire un’alternativa valida alla delinquenza.
Il popolo del web, consapevole dell’importanza dell’impegno profuso sul campo dall’Officina delle Culture è immediatamente insorto a tutela di un luogo e degli ideali che personifica. Non appena è stata divulgata la notizia, un’autentica maratona di solidarietà si è innescata sui social. #iostoconciro è molto di più di un semplice hashtag: è un urlo di ribellione e legalità che da Scampia sta travolgendo e coinvolgendo l’Italia intera e non solo.