«Sono chiuso in sede Arcigay Napoli, preoccupato e spaventato: all’ingresso in sede (in un vicoletto con pochissima illuminazione) un gruppo di una quindicina di ragazzini, il più grande non oltre i 15 anni, muniti di cacciavite e mazze, hanno iniziato a insultarmi (ovviamente non vi ripeto i noti epiteti) e a insultare la sede dell’Arcigay (molti sono del quartiere). Sono riuscito ad entrare e a chiudermi in sede, mentre i ragazzi si sono allontanati perché hanno avuto la sensazione che ci fosse la polizia. Per fortuna, per adesso, nulla di grave, ma come poteva finire con un volontario del gruppo giovani? Come poteva finire se non si fossero allontanati? È l’ennesimo atto di violenza (più volte denunciati) che subiamo nei pressi della sede. Intervengano le autorità prima che succeda di peggio. Noi da qui non ce ne andremo mai!».
Questo è quanto denunciato nelle ore precedenti da Antonello Sannino, presidente di Arcigay Napoli, attraverso la sua pagina Facebook.
Un’aggressione che rilancia due problematiche che seguitano a manifestarsi con frequente incidenza: le aggressioni d stampo omofobo e l’irruenta violenza delle baby gang.