Prosegue al Nest martedi 27 e mercoledi 28 dicembre (ore 21) il percorso di QUARTIERI DI VITA, il progetto di spettacoli e laboratori scenici, promosso dalla Fondazione Campania dei Festival e finanziato dalla Regione Campania con risorse dei Fondi PAC. Un intervento di teatro sociale che si realizza con la direzione artistica di Ruggero Cappuccio, nell’ambito del Napoli Teatro Festival Italia, e che sostiene le attività dei laboratori sulle “arti della scena” di 13 strutture di Napoli e della Regione Campania, presentandone in rassegna, fino al 30 dicembre, gli esiti.
Il 27 e 28 dicembre i ragazzi del quartiere San Giovanni metteranno in scena il percorso teatrale frutto di un laboratorio intensivo condotto da Francesco Di Leva, Adriano Pantaleo e Giuseppe Gaudino basato sui testi di Raffaele Viviani e di Annibale Ruccello a cura di Carmine Borrino un progetto di Nest Napoli est Teatro nell’ambito di #GiovaniO’Nest.
La scelta di far lavorare giovani della periferia est di Napoli sui personaggi dei testi di Raffaele Viviani e Annibale Ruccello è perché buona parte delle loro opere sono ambientate in quartieri popolari e difficili, parlano di emarginazione sociale e di miseria, lo fanno molto spesso attraverso il linguaggio “leggero” della commedia, i loro personaggi, il tessuto sociale in cui sono presenti, raccontano bene l’anima brulicante di luoghi come San Giovanni. Sicuramente, il primo punto di riferimento di Annibale Ruccello è il melodramma sociale di Viviani. Proprio la sua prima commedia, Il Rione (1973) si apre con una scena prima ambientata “annanze a nu vascio”. Tra i luoghi della commedia dai toni farseschi, per l’intreccio di voci e suoni provenienti dalla strada, protagonista diventa il “vicolo” (come una commedia omonima di Viviani, appunto), che raccoglie la ridondanza enfatica del linguaggio dei personaggi, gli scontri verbali che scoppiano tra figure di popolani tipiche del teatro di Viviani. “Il Rione appare infatti come un bozzetto di grande realismo, con un vicolo brulicante di anime, che sembrano derivare dall’infinita galleria di immagini disperate e buffonesche del teatro vivianeo e non solo.”
Il laboratorio è stato un viaggio attraverso i testi e i personaggi di Ruccello e Viviani, si è partito da un lavoro sull’improvvisazione dei ragazzi e sul quale si è riscritta una nuova drammaturgia ad opera di Carmine Borrino, giovane drammaturgo napoletano.
Egli infatti ha assistito e creato un abstract che verrà rappresentato durante la breve messa in scena finale, in cui per la prima volta sentiremo i personaggi di Ruccello incontreranno quelli di Viviani e nell’immaginario sembrerà , seppur attraverso le parole dei loro personaggi, dialogare Ruccello e Viviani.
Il laboratorio è stato condotto contemporaneamente da 3 attori della Compagnia Nest: Francesco Di Leva, Giuseppe Gaudino e Adriano Pantaleo.