Weekend all’insegna degli spari e della paura nella periferia Nord di Napoli che nel giro di meno di 24 ore accoglie due agguati di chiara matrice camorristica.
Durante la giornata di Sabato 10 dicembre, al centro di Mugnano, tra via tra via San Lorenzo e via Quasimodo, una pioggia di spari ha disseminato attimi di autentico terrore tra i passanti. La zona di solito è molto frequentata, per effetto della presenza di una farmacia notturna e di un bar particolarmente frequentato il sabato sera.
Due uomini a bordo di un’auto, avrebbero aperto il fuoco sparando sulla folla. Per una pura fatalità il raid non ha sortito feriti. I proiettili esplosi si sono conficcati nei muri. Gli inquirenti non hanno dubbi in merito alla matrice camorristica dell’agguato; intanto indagano per capire se quei proiettili fossero indirizzati ad una persona specifica o se si è trattato di una stesa, un atto intimidatorio per stabilire la propria supremazia sul territorio.
Emergono nuovo indici, grazie alle testimonianze dei negozianti che raccontano scene agghiaccianti: passanti terrorizzati che hanno cercato riparo nelle attività commerciali, sicari sprezzanti della presenza di mamme con carrozzine. I due malviventi, due, hanno agito dall’interno di un’auto sparando due colpi.
Pare puntassero ad un uomo del clan avverso, ma non sembra si trattasse di un tentato omicidio quanto piuttosto di un avvertimento: hanno sparato all’altezza delle gambe.
Nella zona di Mugnano, tuttavia, è in atto una guerra tra i clan Amato-Pagano con radici anche a Melito. Ad ogni modo, un’altra palpabile pista potrebbe essere quella che parla di un agguato nei confronti di un pregiudicato di Afragola che ieri sera si trovava proprio in quella zona, ma che le forze dell’ordine non hanno ancora confermato visto che i due malviventi hanno sparato all’altezza delle gambe, dunque l’obiettivo non era quello di ferire qualcuno mortalmente.
Domenica 11 dicembre, invece, un nuovo agguato in pieno giorno si è consumato a Scampia. Le vittime dell’agguato, Francesco Angrisano e Antonio Pandolfi detto ‘o russo, erano considerati elementi di peso tra le nuove leve nella gestione delle piazze di spaccio del clan Vanella Grassi. Il primo è stato ucciso, il secondo lotta per la vita nel reparto di rianimazione dell’ospedale Cardarelli di Napoli.
L’agguato si è verificato prima delle ore 15 in via Labriola, nei pressi del Lotto G di Scampia. Forse il vero obiettivo era Angrisano e Pandolfi sarebbe stato colpito per sbaglio dalla pioggia di fuoco che ha travolto la vittima.
Secondo le informative delle forze dell’ordine, Angrisano, imparentato con il ben più noto Gaetano (genero di Salvatore Petriccione), non sarebbe un personaggio qualsiasi negli equilibri della Vanella Grassi.
Dopo l’arresto di Umberto Accurso, arrestato a Qualiano sarebbe stato proprio lui ad aver assunto il controllo della piazza di via Labriola.
Nella divisione del territorio avrebbero preso il controllo del Lotto G: la roccaforte dei gruppi criminali che controllano Scampia. Angrisano fu arrestato nel 2012, con altri 13 uomini, nell’operazione che portò in manette il gruppo di fuoco della Vanella Grassi, poi scarcerato. L’agguato di oggi potrebbe dunque inquadrarsi in un disegno più ampio per il controllo del mercato della droga nella periferia Nord di Napoli. Pandolfi fa parte di una famiglia conosciuta nella Vanella Grassi e nel marzo scorso venne arrestato con i suoi fratelli e una quarta persona per traffico di droga nell’Oasi del Buon Pastore di Scampia.