“Tutto è bene quel che finisce bene”: questa l’esternazione del ministro Angelino Alfano, dopo aver sancito il lieto fine alla querelle sulle reliquie, il tesoro e la cappella di San Gennaro che nei mesi scorsi ha visto la Curia e la Deputazione, organismo laico che sovrintende alla gestione, in opposizione e in contrasto. Si chiude così una vicenda trascinatasi per due anni, ma che ha raggiunto le vette più polemiche a febbraio di quest’anno, quando un decreto del Viminale ha modificato i criteri di nomina dell’organismo affiancando ai discendenti delle famiglie nobili della città quattro membri di nomina della Curia. Per i nobili della deputazione si trattava di un vero e proprio attentato all’autonomia dell’organismo. Col decreto si equiparava la deputazione a una fabbriceria, ente composto anche da personale ecclesiastico.
“Ha prevalso il buon senso – ha sottolineato Alfano nel consegnare la nuova Carta – Ora c’è un nuovo statuto che definisce bene gli equilibri tra la dimensione religiosa e quella gestionale”.
Una soluzione “di buon senso” che garantirà alla Deputazione di San Gennaro “modernità e stabilità delle regole”. Così il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, ha presentato il decreto che approva il nuovo Statuto della Deputazione di San Gennaro, l’organismo che dal 1601 gestisce il Tesoro e la Cappella dedicata al Santo patrono di Napoli nel Duomo.
Il ministro, accompagnato dal prefetto Gerarda Pantalone, ha incontrato il cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli, e i membri della Deputazione nel Palazzo Arcivescovile di largo Donnaregina.
“È una vicenda che si perde nella notte dei tempi – ha detto Alfano – ma tutto è bene quel che finisce bene. Sono convinto che tutto quanto fatto si possa descrivere così: una soluzione di buon senso. L’origine storica estremamente laica viene tutelata con grandissimo impegno da parte di tutti”.
Per il cardinale Sepe “è una soluzione estremamente positiva di un iter che ha avuto anche incomprensioni. Lo Statuto non stravolge la sostanza dei rapporti tra fede e laicità. Ora ci sono punti fermi e possiamo andare avanti con serenità”.
Riccardo Imperiali di Francavilla, parlando a nome della Deputazione, ha detto: “Siamo orgogliosi del risultato raggiunto, è un segno importante di un rinascimento napoletano che speriamo davvero sia tale”.