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Referendum Costituzionale: quello che tutti gli italiani dovrebbero sapere, prima di andare a votare

Redazione Napolitan di Redazione Napolitan
3 Dicembre, 2016
in In evidenza, News
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Referendum Costituzionale: quello che tutti gli italiani dovrebbero sapere, prima di andare a votare
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15284895_10211426718926537_5384859166908670416_n Mancano poche ore all’apertura delle urne e tanti italiani hanno ancora le idee confuse in merito alla casella da sbarrare: quale destino si cela dietro l’esito del Referendum Costituzionale?

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L’Economist, attraverso un duro editoriale, si è schierato apertamente per il No, ipotizzando la formazione di un governo tecnico dopo le eventuali dimissioni di Renzi in caso di sconfitta del fronte del Sì.

Gli italiani dovrebbero opporsi all’approvazione del ddl Boschi-Renzi per le seguenti ragioni:

  • si tratta di una riforma non legittima perché prodotta da un Parlamento eletto con una legge elettorale (Porcellum) dichiarata incostituzionale. Inoltre, anche gli amministratori locali chiamati a comporre il nuovo Senato godrebbero dell’immunità parlamentare;
  • anziché superare il bicameralismo paritario, la riforma lo rende più confuso, creando conflitti di competenza tra Stato e Regioni e tra Camera e nuovo Senato;
  • la riforma non semplifica il processo di produzione delle leggi, ma lo complica: le norme che regolano il nuovo Senato, infatti, produrrebbero almeno 7 procedimenti legislativi differenti;
  • i costi della politica non vengono dimezzati: con la riforma si andrà a risparmiare solo il 20%;
  • l’ampliamento della partecipazione diretta dei cittadini comporterà l’obbligo di raggiungimento di 150mila firme (attualmente ne servono 50mila) per i disegni di legge di iniziativa popolare;
  • il combinato disposto riforma costituzionale-Italicum accentra il potere nella mani del governo, di un solo partito e di un solo leader.

La riforma costituzionale SVUOTA I DIRITTI FONDAMENTALI: Lavoro, scuola, salute, informazione e pensioni, in primis. REGALA L’IMMUNITÀ A 95 SINDACI E CONSIGLIERI REGIONALI: saranno nominati Senatori dai Consigli regionali. VUOLE LEGGI PER LE PERSONE, perché i poveri sono più numerosi di 10 anni fa, 11 milioni di italiani rinunciano a curarsi, la disoccupazione giovanile è oltre il 39%, si va in pensione più tardi. TRAVOLGE LE AUTONOMIE LOCALI: le materie più importanti diventano di esclusiva competenza dello Stato, le necessità dei territori verranno completamente ignorate e per combattere le privatizzazioni, come quella dell’acqua, va dato più potere, non meno, ai territori e agli enti locali. COLPISCE IL DIRITTO DI VOTO, non è vero che abolisce il Senato, impedisce di votarlo. Per le leggi di iniziativa dei cittadini si passa da 50.000 a 150.000 firme. RENDE LA COSTITUZIONE INCOMPRENSIBILE: 47 articoli stravolti, oltre un terzo della Costituzione. Fare una legge diventa un percorso a ostacoli, l’articolo 70 passa da 9 a 439 parole. Ogni singolo cittadino deve poter capire gli articoli della Costituzione. La sua modica è confusa e incomprensibile.

Con questo governo e con questo parlamento giudicato illegittimo dalla consulta perché eletto con una legge incostituzionale (il porcellum), sono stati decisi provvedimenti che hanno peggiorato la condizione sociale delle persone. Con il jobs act si è aperta la porta ai licenziamenti, si è minato il diritto al lavoro.

La nostra non è più una Repubblica fondata sul lavoro, ma sul voucher: tra gennaio e luglio di quest’anno ne sono stati venduti 84,3 milioni, 36,2% in più rispetto al 2015. Chi viene retribuito con questi buoni da 10 euro per un lavoro precario viene assurdamente considerato un occupato a tutti gli effetti. In realtà la disoccupazione giovanile è oltre il 39%, quella generale vicina al 12%, la crescita economica è pari a zero.

Se passerà la modifica costituzionale Renzi-Boschi il diritto al lavoro non esisterà più, perché il governo avrà ancora più possibilità di imporre simili leggi.

La legge Fornero ha portato un ulteriore attacco al sistema previdenziale pubblico e al diritto alla pensione, malgrado non esistesse alcuna emergenza finanziaria. Le pensioni pagate con i contributi di chi lavora finanziano il deficit dello stato e non viceversa. Molti, gli esodati, sono rimasti senza lavoro e senza pensione; lavoratrici e lavoratori sono costretti ad andare in pensione fino a 7 anni dopo a danno dell’occupazione giovanile; l’anticipo dell’età che il governo Renzi propone arriva a diminuire del 25% il valore già misero delle pensioni e le persone saranno costrette a indebitarsi con le banche.

Se passerà la modifica costituzionale Renzi-Boschi il diritto ad una pensione dignitosa verrà cancellato, perché il governo avrà ancora più possibilità di imporre simili leggi e favorire la previdenza privata.

Sul fronte scolastico, tra le varie privazioni, in primis, il calvario della destinazione degli insegnanti non è trasparente e cresce il numero dei docenti “tappabuchi” che perdono professionalità. Oltretutto è un danno per gli allievi che cambiano insegnanti a ogni stagione. Lo sgretolamento della scuola pubblica cancella il diritto costituzionale all’istruzione uguale per tutti. Un danno per chi è più povero, un vantaggio per le scuole private, che lo Stato continua a finanziare con i soldi pubblici.

Circa 11 milioni di persone hanno rinunciato a curarsi, a causa dell’incremento dei ticket, delle lunghissime attese per visite e esami specialistici, perché non possono permettersi la sanità privata. I più colpiti sono i poveri, gli anziani, i più bisognosi di cure. Malgrado questo, viene previsto un calo del finanziamento alla sanità pubblica che fino al 2019 sarà pari a 8 miliardi di euro. Già oggi non si prevedono risorse sufficienti per aggiornare i livelli essenziali di assistenza. Se passerà la modifica costituzionale Renzi-Boschi il servizio sanitario nazionale pubblico sarà smantellato, perché il governo, accentrando su di sé le competenze a scapito delle regioni, avrà ancora più possibilità di imporre simili leggi e tagli. Una gioia per l’industria privata sanitaria e farmaceutica.

Tags: ddl boschi-renziMatteo Renzireferendumriforma costituzionale
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