Alessandra Langella è molto di più di una semplice attrice di una delle serie tv più seguite al mondo.
L’affascinante e longilinea Nina, fidanzata segreta del boss Salvatore Conte, uno dei personaggi più amati di “Gomorra – La Serie2”, infatti, ha portato in scena la sua vera anima, rivendicando anche con orgoglio e forza una doverosa forma di riscatto per “quelle come lei”: Alessandra, nella vita reale così come nella fiction, è una transessuale che si misura con tutti i limiti e le difficoltà che questa coscienza identitaria comporta, dentro e fuori di lei.
I pregiudizi legati alla figura di una transessuale sono plurimi e vengono eloquentemente spiegati ed esibiti anche nella serie: il processo di accettazione nasce come un percorso individuale che porta prima quel ragazzo ad accettare la sua indole di donna, fino a spingerlo ad “ufficializzarla” conferendo al suo corpo la forma che più gli si addice. Poi, abbraccia gli altri: quelli che ti conoscevano come un uomo e devono imparare a riconoscerti come una donna e quelli che ti conoscono come donna e devono imparare a recepirti come tale. Due processi ugualmente complessi e delicati e che, soprattutto nel rapporto transessuale-opinione pubblica, seguitano ad evidenziare delle crepe allarmanti.
La giovane Alessandra ha sempre condotto una vita normale e da quando ha conquistato le luci della ribalta continua a rimarcare un concetto che la società moderna fatica a fare suo: “non tutte le transessuali sono prostitute”. Alessandra, infatti, ha sempre condotto una vita semplice, dal lavoro in un salone di parrucchiere al forte attaccamento alla famiglia, con la quale trascorre gran parte del suo tempo libero. Shopping, amiche, passeggiate, uscite fatte di pizze, caffè e risate: questo è quanto colora la vita di una giovane transessuale che non riesce a farsi scivolare addosso gli attacchi omofobi ai quali, negli ultimi tempi, è costantemente sottoposta.
A prenderla di mira è una donna che attraverso i social, in più circostanze, ha rivolto insulti irripetibili e di chiara matrice omofoba ad Alessandra.
Una donna che inveisce contro una transessuale, rimarcando in modo brutale e volgare “le argomentazioni” che “condannano” la Langella, a suo dire, a non poter mai e poi mai ambire allo status di donna, inconsapevole di quanto, in realtà, così agendo, non faccia altro che svilire la sua femminilità, coprendola di incresciosi fregi, di cui una donna meritevole di definirsi tale, non dovrebbe mai bardarsi e né mai andarne fiera.
Una donna che fomenta l’odio, l’avversione e la non accettazione del “diverso” e che è arrivata perfino a minacciare Alessandra, solo perché è una transessuale.
Dal suo canto, la giovane non fa niente per nascondere il suo rammarico, ma soprattutto la sua rabbia: “È brutto che noi transessuali che facciamo sacrifici, – spiega Alessandra Langella – conduciamo vite di persone normali e portiamo avanti con il nostro esempio “un messaggio di accettazione nel messaggio di accettazione”, che è quello di imporci nella società anche come figure professionali riconducibili a qualsiasi ruolo ed ambito, lontano da un marciapiede, dobbiamo vederci offese e addirittura minacciate, senza motivo, solo perché al mondo esistono persone cattive che si sentono appagate vomitandoci addosso frasi irripetibili, piene di odio e che fomentano la violenza e l’avversione contro le transessuali. Tra l’altro, questa persona, continua a insultarmi dicendo che sono una “bambola di plastica” e questo mi infastidisce tanto, perché non è affatto vero e soprattutto perché sono molto soddisfatta del mio aspetto attuale, quello che ho conquistato grazie a un percorso sofferto che merita solo rispetto.”