Sono più di 200 le lettere di preavviso di licenziamento diventate ormai effettive e almeno altre 1.800 quelle che verranno spedite di qui a Natale. Quello che era nato come un allarme, ora sta diventando realtà. I biologi e gran parte del personale dei laboratori privati accreditati della Regione Campania stanno vivendo il dramma di quello che si sta palesando come un vero e proprio licenziamento di massa. «Licenziamenti – dice la presidente di Federbiologi Elisabetta Argenziano – che i commissari di governo porteranno sulla coscienza, perché sono loro a non accettare la soluzione della Rete Contratto che in Calabria ha appena permesso di salvare centinaia di posti di lavoro».
Anche alla luce dell’ultima sentenza del Tar Calabria, la situazione campana si configura sempre più come un’anomalia. «Non ci piace pensarlo – dice ancora l’Argenziano – ma a questo punto dobbiamo credere che fosse già tutto scritto e che la decisione copra gli interessi di chi vuole che le cose vadano in un certo modo». La presidente di Federbiologi risponde poi alle parole del Senatore D’Anna.
«Si accosta spesso al problema dell’aggregazione dei laboratori in Campania in maniera alquanto confusa» dice la Argenziano. «Inoltre, non sempre si capisce se stia parlando come Senatore della Repubblica, come sindacalista o come interessato in strutture consortili. Al di là di un presumibile “conflitto d’interessi”, che sembrerebbe pervadere tutte le sue affermazioni, mi preme chiarire alcuni concetti importanti per avere un quadro più netto dell’intera situazione che sta coinvolgendo i laboratoristi della Campania, i loro dipendenti le loro famiglie e soprattutto tanti giovani colleghi che nel settore avevano sperato di mantenere un posto di lavoro. D’Anna parla di non più di 500 addetti a rischio, lui stesso la scorsa settimana ne contava non più di 100. O aveva fatto male i conti o dobbiamo pensare che su questa vicenda stia dando i numeri». Elisabetta Argenziano sottolinea anche come «l’etica e la politica non consentirebbero ad un senatore della Repubblica Italiana di rilasciare dichiarazioni del genere» non fesse per altro che «anche un solo posto di lavoro che si perde in un paese, è il segno evidente di un fallimento».
Unanime da parte della politica anche la condanna alla linea tenuta dai commissari di Governo, che si ostinano a non voler accettare la soluzione della Rete Contratto. «La testimonianza di questa condanna l’abbiamo avuta – prosegue la presidente – durante l’audizione in V Commissione Sanità». Poi, un ultimo appello al presidente De Luca. «L’unico che a questo punto può evitare che tante famiglie finiscano in mezzo ad una strada è lui – conclude la Argenziano -, non possiamo credere che possa restare indifferente di fronte a questo scempio. Non ora che un Tar ha sancito una volta e per tutte qual è la strada da seguire. Temo che stavolta i margini di manovra siano strettissimi, o si cambia strada o lo scontro sarà inevitabile».