Un tema attuale e universale che rappresenta l’incubo più ricorrente di tantissime generazioni: il bullismo.
Violenza e discriminazione, umiliazione e ilarità, in un crescendo di tampinanti ed avvilenti gesta che in più di una circostanza hanno portato adolescenti esasperati e stanchi di vivere quell’inferno a togliersi la vita. L’avvento di internet e la popolarità a portata di click, hanno concorso a peggiorare le cose, introducendo una nuova e gettonatissima pratica: il cyberbullismo.
Piccole e indifese vittime prese di mira dal branco di bulli, ragazzine pestate da coetanee: scene postate con orgoglio sui social, in rete, per umiliare ulteriormente il bersaglio oggetto di scherno e “vantarsi” di quegli atti di violenza.
Plurime, incessanti, incalzanti, al contempo, le iniziative che nascono continuamente per osteggiare il bullismo e il cyberbullismo, andando a sensibilizzare adulti e bambini diramando messaggi educativi e che inneggiano alla non violenza.
In tale ottica, ben si colloca il contributo alla causa di Raffaele Sannino, poeta napoletano originario di Forcella che scrive in napoletano.
I suoi versi, più di tanti discorsi articolati e logorroici, sanno puntare dritto al cuore della questione:
“Sti bull so diventat e moda
So guaglion repress ca von fa e bell
Rumpen o’cazz a chi ten chiu voglia e mparà
Guaglion aggressiv
Cu l’aggiunt e tutt sti video
S senten div
Facenn e bellill annaz e veline
Sì pubblico o video,
S’sfott l’amico coglione e ririmm,
Vergona dulor
So nasconnen aint
Ribellatev, parlat
Raccunt a mammà
Sti guagliun cattiv s’anna punì
Bidelle e insegnant
Ciò putit raccontà e sti guagliun violent
Ca s’hann aiutò che mod chiù semplic
S ponn truvà
Ca cultura e voglie e fa”