La nuova stagione del Nest prosegue con un nuovo affascinante spettacolo in scena il 12 novembre ore 21.00 e 13 novembre ore 18.00 dal titolo IL DONO Liberamente tratto da Brevi interviste con uomini schifosi di David Foster Wallace con Viviana Algeri, Vincenzo D’Amato, Elisabetta Mandalari, Luca Mascolo, Massimo Odierna, una produzione BLUTEATRO.
Dopo il debutto in prima assoluta nell’ambito del E45 Napoli Fringe Festival 2015 presso Castel Sant’Elmo a Napoli, la compagnia BluTeatro, in coproduzione con Fondazione Campania dei Festival, arriva al Teatro dell’Orologio con lo spettacolo Il dono, liberamente tratto dal libro Brevi interviste con uomini schifosi d i David Foster Wallace, autore cult della letteratura americana contemporanea, sulla cui biografia è stato recentemente prodotto un film, The end of the tour, di Donald Margulies, diretto da James Ponsoldt.
Lo spettacolo rappresenta il secondo lavoro della compagnia su un testo di Foster Wallace: la scorsa stagione infatti BluTeatro ha debuttato al Teatro dell’Orologio portando in scena per la prima volta in Italia il romanzo Verso Occidente l’impero dirige il suo corso (dicembre 2014).
Uscito la prima volta negli Stati Uniti nel 1999, Brevi interviste con uomini schifosi rappresenta un ulteriore passo avanti nel percorso letterario di David Foster Wallace che estremizza ulteriormente la sua cifra stilistica. Qui le tecniche dell’avanguardia letteraria esaltano con crudeltà l’assurda realtà che ritraggono. Attraverso la scelta della formula sarcastica dell’intervista, Wallace ci propone un catalogo di tipi intimamente odiosi, laidi, voci di un’umanità allucinata, che per non soccombere si vomita addosso tutto il veleno possibile.
Questi «uomini schifosi» sono mostri che – vittime o carnefici – divorano la propria carne lacerata, creando un fermo immagine dell’irreale o dell’iperreale, che ci fa sentire come intrappolati in una stanza chiusa in loro compagnia.
BluTeatro mette in scena questo catalogo di personaggi violenti e visionari, che galleggiano in un vuoto spirituale, e innescati dal perverso meccanismo dell’intervista ci regalano inconsapevolmente brandelli di verità o di iper-verità, gesti compiuti in virtù dell’assurdo che li circonda.