È già la quinta volta che lo spazio verde intitolato alla memoria di Silvia Ruotolo, in seguito all’adozione dell’area da parte della Fondazione intitolata alla donna vittima innocente della criminalità, è stato vandalizzato da ignoti.
Silvia Ruotolo, fu assassinata all’età di 39 anni, l’11 giugno del 1997 a Napoli, mentre percorreva la strada per fare ritorno a casa, nel quartiere Arenella, dopo essere andata a prendere a scuola il figlio Francesco, di 5 anni. A guardarla dal balcone c’era Alessandra, la figlia di 10 anni, attuale assessore del Comune di Napoli.
Il commando di camorra che sparò all’impazzata aveva come obiettivo Salvatore Raimondi, affiliato al clan Cimmino, avversario del clan Alfano. Furono sparati quaranta proiettili che, oltre ad uccidere Salvatore Raimondi e ferire Luigi Filippini, raggiunsero Silvia Ruotolo alla tempia, uccidendola sul colpo.
La scelta di ricordala e di tenere vivo il suo ricordo attraverso il rispetto e la cura di un’area verde, nel cuore del quartiere in cui è vissuta ed è anche stata barbaramente uccisa e preservare quello spazio integro e pulito, rappresenta un dovere civico di ogni cittadino che si lascia ispirare dal solenne ideale della legalità, oltre che dal più semplicistico senso del decoro.
Quella parte di cittadinanza che non vuole chinare la testa dinanzi alle angherie di chi si serve di raid vandalici per divulgare messaggi di tutt’altra natura, il prossimo 16 novembre si riunirà in piazza Vanvitelli per “Una marcia silenziosa in cui si risponde al male con il bene”.
L’iniziativa nasce sui social, ma prenderà materialmente forma in strada per contrastare con un’azione corale il volere di chi spera che, in uno spazio dedicato ad una vittima innocente della criminalità, ad avere la meglio siano il degrado e la paura.