Da una collaborazione tra il Complesso museale di Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco e l’Accademia di Belle Arti di Napoli, con il supporto dell’Associazione Progetto Museo, nasce il progetto “un biglietto per il Purgatorio”
Il Complesso del Purgatorio ad Arco, anche in questa occasione, offre ai giovani una concreta opportunità per esporre le loro opere, inserendo il progetto nell’ambito della rassegna “Spazio ai giovani”, e dando agli studenti dell’Accademia la possibilità di far circolare il risultato dei loro studi, di far conoscere il lavoro che si svolge nell’Accademia di Belle Arti di Napoli e di favorire la conoscenza di percorsi formativi che danno la possibilità a dei nuovi talenti creativi di misurarsi con le istituzioni e col pubblico.
Il progetto nasce dall’idea che un luogo può essere ricordato anche attraverso il biglietto staccato come ricevuta di pagamento, quando, del luogo, rispecchi gli elementi distintivi. Non più cestinato, quindi, ma conservato come ricordo.
Un consuetudine, questa, che pare ormai consolidarsi sempre più, dal momento che negli ultimi decenni si sta sviluppando in modo sempre più diffuso e trasversale la tendenza al loro collezionismo.
Addirittura, per iniziativa di privati collezionisti, sono stati istituiti veri e propri musei, come “Il museo dei biglietti dei musei” il cui autore è Patrizio Mazzanti, possessore di alcune decine di migliaia di biglietti, o come la Raccolta Bertarelli a Milano con alcune centinaia di biglietti anche ottocenteschi, mentre altri si possono vedere a volte nei singoli musei, per illustrare l’evoluzione grafica dell’ immagine dello stesso museo.
Il collezionismo,infatti, fatta salva la sua valenza più hobbistica, ha permesso di raccogliere un insieme di materiale utile a varie letture, da quella estetica relativa alla grafica e alle illustrazioni dei biglietti, a quella economica legata all’andamento dei prezzi e alle vicende storiche che si possono vedere riflesse su di essi. Ciò ha spinto le istituzioni museali, paradossalmente proprio le più piccole i cui tagliandi sono oggetto di maggiore curiosità, a lanciarsi in impegnative avventure grafiche per rendere i propri biglietti accattivanti e ricercati, a volte giocando con formati edimensioni o a volte ricorrendo perfino a materiali eterodossi come plastica, cartone, latta, vetro e supporto magnetico.
E’ cosi che, oltre alla loro funzione primaria di ricevuta di pagamento, i biglietti assolvono a diverse altre funzioni, ma principalmente costituiscono il “ricordo” del luogo che è stato visitato, ad esempio quella pubblicitaria quando riportano illustrazioni o notizie sul museo o la mostra a cui si riferiscono. Non è raro che i biglietti siano gradevoli piccoli manifesti: il loro look o la firma del designer li trasformano in veri e propri gadget collezionabili.
E’ da questo momento che non scadono più e viene data loro una nuova diversa vita.
Ma cosa rende un biglietto degno di essere collezionato, o ancora più ambiziosamente, di essere un pezzo forte di una collezione?
E’ questa la proposta di lavoro fatta agli studenti della Scuola di Design della Comunicazione dell’Accademia di Belle Arti di Napoli iscritti al Corso di Illustrazione, che con una sorprendente pluralità di vocihanno cercato di fornire una risposta a questa domanda, ideando un biglietto tematico per ilMuseo della Chiesa di Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco.
Risposta che risiede innanzitutto nell’aspetto identitario, cioè nella corrispondenza visiva con l’idea che quel particolare museo ha generato nell’immaginario collettivo. Ciò, tradotto in termini grafici, significa una scelta estetica non necessariamente ridondante e descrittiva ma, piuttosto, la selezione di elementi simbolici fortemente evocativi del luogo. Elementi che sono stati messi a fuoco solo a seguito di una approfondita visita all’ipogeo, con un lavoro di ricerca di parole-chiave, di colori caratterizzanti e di andamenti lineari ricorrenti.
Ne è scaturita una molteplicità di soluzioni grafiche corrispondente alle diverse personalità espressive degli studenti, che con linguaggi e tecniche diverse hanno interpretato iconograficamente questo splendido luogo, utilizzando tecniche e linguaggi diversi, chi in modo più descrittivamente realistico, chi più stilizzato simbolicamente, ma tutti accomunati da un forte rapporto iconografico con il luogo, ricavato da un corretto approccio metodologico: partire dall’analisi per arrivare alla sintesi.