I giochi dei bambini che s’intrecciano con l’apprensiva paura degli adulti: tra una palla di spugna che rimbalza, mentre una ciurma di bambini la rincorre e il parcheggio di via Argine a Ponticelli, temporaneamente adibito a deposito giudiziario, intercorre solo una grata.
Poco più di un metro: questa la distanza che separa il cortile dell’asilo nido che accoglie diverse centinaia di bambini dal garage che presto accoglierà i motoveicoli sequestrati nel corso dell’operazione “Strade Sicure”.
Un contesto irrigidito e incupito da una delibera che tinge, tra altalene e girotondi, un clima tutt’altro che riconducibile a quello confacente ad una scuola.
Unanime il coro di voci che si solleva tra le mura dell’istituto che vive tatticamente in simbiosi con il garage.
Insegnanti, suore e dirigenti sposano le stessa linea di pensiero: “Ci stanno a cuore solo due cose: la sicurezza dei bambini e l’utilizzo di una struttura pubblica, purtroppo qui a Ponticelli ne abbiamo già poche, se ci tolgono anche il parcheggio, noi cittadini ci vediamo impossibilitati ad usufruire di un servizio che ci spetta. Come scuola, siamo costretti a convivere con un deposito giudiziario, dove i bambini a ricreazione e a merenda sono costantemente a giocare in cortile, quindi a poco più di un metro di distanza dal garage.
Chi ci assicura che uno di questi motorini non possa esplodere ed andare incontro a qualsiasi tipo di problema tecnico che può arrecare danno ai bambini che giocano in modo assolutamente limitrofo al parcheggio?
Inoltre, il parcheggio era una comodità indiretta anche per noi, perché i genitori potevano beneficiarne quando venivano a prendere i bambini senza creare intralcio alla viabilità.
Alcuni genitori ci hanno fatto notare che in molti depositi vengono appiccati incendi e ci hanno apertamente dichiarato che ritireranno i loro figli, se questo parcheggio verrà adibito a deposito. Ci teniamo a non perdere bambini, soprattutto per un provvedimento applicabile in qualsiasi altro punto della città, poiché i siti alternativi non mancano.
Chi ci garantisce che dopo 4 mesi andranno via? Oggigiorno siamo abituati a non credere alle promesse della politica.
Il degrado socio-economico rilevabile nel quartiere c’è ed è anche evidente. Questo provvedimento ci sembra un’ingiustizia che va ad aggravare ulteriormente una situazione già compromessa.”