Droga e banconote false si confermano due intramontabili fonti di guadagno per i clan e l’operazione di Polizia avvenuta lo scorso 27 ottobre nella periferia orientale di Napoli, lo conferma.
La “marijuana a chilometro zero”, su scala nazionale, è il nuovo trend seguito dai clan e da questo discorso sono tutt’altro che esenti le organizzazioni criminali napoletane.
Nel 2016 i sequestri di piante di marijuana sono più che triplicati rispetto allo scorso anno.
L’oro verde dei clan cresce tra le masserie diroccate dell’entroterra palermitano, sulle pendici dell’Aspromonte, nascosto tra i campi di pomodori del Foggiano e sulle colline a sud di Napoli, ma anche nell’entroterra vesuviano. La produzione di cannabis è diventata un business milionario per i narcos italiani. Secondo i dati della Direzione centrale dei servizi antidroga del ministero dell’Interno, la provincia che detiene il primato è Trapani: oltre 26mila piante sequestrate da gennaio ad agosto. Seguono Napoli, Siracusa, Reggio Calabria e Catanzaro.
La beffa per lo Stato è doppia: spesso l’erba delle mafie cresce sui terreni demaniali e a spese della collettività.
Tra i fattori che hanno concorso ad accelerare il boom della marijuana autoprodotta dalla criminalità organizzata c’è anche l’intensificarsi della lotta alla droga da parte delle autorità albanesi. Tirana ha chiesto aiuto al governo italiano, che ha messo a disposizione conoscenze e mezzi. Anche le rotte dei gommoni che attraversano l’Adriatico sono diventate meno sicure.
Così i clan sono giunti ad una rapida conclusione: coltivare “in casa propria” l’erba da vendere abbatte i costi, ma raddoppia i rischi. Per comprendere quanto sia esteso, diffuso e dilagante il fenomeno della “marijuana a chilometro zero”, basta reperire le recenti notizie di sequestri di piantagioni di “oro verde”: Monti Lattari, Sessa Aurunca, Gragnano, Giugliano, Qualiano, Acerra, Castellammare di Stabia, Varcaturo. Sono solo alcuni dei luoghi in cui sono state scovate piantagioni di marijuana, tra maggio e settembre del 2016.
Qual è il nesso tra questo business che sembra “troppo grande” per essere esteso alla “camorra di basso rango” di Napoli est e l’ultimo blitz della polizia nella zona orientale di Napoli?
In Via Camillo De Meis, strada cruciale del quartiere Ponticelli, gli agenti hanno sequestrato 4 Kg di marijuana, 4 bilancini di precisione e 8500 banconote false, tutte in tagli da 20,00€, per l’ammontare di €.170.000, nella disponibilità di Giuseppe Sito di 46 anni, con precedenti di polizia.
Gli agenti della Squadra Mobile, del Commissariato di Polizia “Ponticelli”, del Reparto Prevenzione Crimine Campania, con il prezioso aiuto delle Unità Cinofile dell’U.P.G., hanno effettuato delle perquisizioni nella zona sotto l’influenza del clan camorristico De Micco, il clan di “Bodo” alias Marco De Micco, un giovane attualmente detenuto nel carcere di Milano, ma che, ciò nonostante, può beneficiare della fedeltà di tantissimi ragazzi pronti a tutto pur di onorare quello che ai loro occhi è un vero e proprio idolo. Sito è stato arrestato, perché responsabile del reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente, nonché denunciato in stato di libertà, per il reato di spendita ed introduzione nello Stato di banconote false e condotto alla Casa Circondariale di Poggioreale.
Lo smercio di banconote false è un altro intramontabile business dei clan. Le banconote da 20 euro, fin da subito hanno fatto gola ai falsari per la “popolarità” della quale beneficiano, oltre che per la blanda e distratta attenzione che cittadini e commercianti prestano nel controllare le stesse banconote.
Banconote “spese e riprese” con frequenza, tra le quali diventa ben più facile camuffare i pezzi contraffatti.
Nel quartiere San Giovanni a Teduccio, nel prosieguo dell’attività di controllo, all’interno di un garage, in Via Bernardo Quaranta, i poliziotti hanno rinvenuto e sequestrato ben 50kg di droga del tipo hashish, nonché 150 proiettili di vario calibro (45,7,65 e 40). La droga, una volta immessa sul mercato, avrebbe consentito, alle organizzazioni criminali che gestiscono l’illecito mercato degli stupefacenti, un guadagno di circa 500.000.€.