Quante volte abbiamo pensato: adesso mollo tutto e parto, senza sapere dove andare. Poi, però, il raziocinio prevale sul desiderio di avventurarsi in un viaggio senza mete e senza certezze.
Eppure, un giovane napoletano ha saputo rompere gli indugi per concedersi un imprevedibile viaggio in autostop.
Il suo nome è Ciro Cangiano ed è uno studente universitario iscritto al 3°anno di Economia Aziendale alla Parthenope.
“Ho appena concluso la mia prima esperienza in giro per l’Europa nord-occidentale in autostop e chiedendo ospitalità alla persone che vivevano nei paesi che visitavo. – racconta Ciro – Non avevo un piano né una missione in particolare. La decisione di intraprendere questo viaggio è arrivata un sabato mattina, anche se l’idea già barcollava da diverso tempo nella mia mente. Un po’ la voglia di avventura, un po’ la voglia di scoprire il mondo e l’anima dell’essere umano, mi hanno spinto ad abbracciare questa imprevedibile esperienza. Naturalmente, non avendo una grande disponibilità economica, mi ha sempre un po’ bloccato l’idea di partire all’avventura, ma quando ti svegli una mattina, ti guardi intorno e vedi che stai perdendo la fiducia nell’umanità, allora capisci che c’è qualcosa che non va, che devi agire e combattere queste forze negative alle quali sei esposto. Non ci sono scusanti, il fattore economico non è più un alibi.
Bastano poche cose: una tenda, una sacco a pelo, un materassino, pochi spiccioli, coraggio, desiderio di avventura e di mettersi i gioco.
Forse, proprio il desiderio di mettermi in gioco insieme a quello di superare i miei limiti sono stati i motivi per i quali, nonostante la paura e la preoccupazione, ho deciso di immergermi in questa avventura. Un’avventura alla scoperta dell’umanità, del cuore umano.
Così, nonostante mille dubbi, ho iniziato la mia avventura on the road. Pollice all’insù, pennarello e cartellone, fissavo le mete da raggiungere ogni giorno, senza mai sapere dove andare a dormire, cosa mangiare, dove lavarmi, ma soprattutto, quale anima avrei incontrato lungo la mia strada.
2200.km, 24 “autostoppate”, 14 notti trascorse in casa di gente sconosciuta, 100 persone all’incirca conosciute, 5 grandi citta visitate, la casa di culto Bahai europea a Francoforte, visitata mentre in Cile si celebravano le giornate inaugurali dell’ultimo Tempio Madre del Sud America: questi i numeri che raccontano la mia esperienza.
Le persone ritratte nelle foto insieme a me sono quelle che mi hanno dato un passaggio in auto o che mi hanno ospitato a casa loro, durante la mia folle traversata dell’Europa.
Invito i giovani, i ragazzi come me, a fare un’esperienza simile perché ne vale davvero la pena.”
L’esperienza di Ciro, ci consegna tante suggestioni. In primis, permette a quel senso di generosa apertura ed ospitalità che l’Europa rischiava di perdere, di emergere in tutta la sua inconsapevole spontaneità.
Il viaggio di Ciro racconta un’Europa inedita che non sbarra la strada né chiude le porte allo “straniero”, seppure le sorti e le motivazioni che ispirano le gesta del giovane napoletano siano tutt’altro che paragonabili a quelle dei migranti e dei rifugiati.
E, soprattutto, Ciro incute uno scossone, perentorio, sonoro, esplicativo, ai suoi coetanei, ai disillusi che credono che volere non è potere e subiscono passivamente gli eventi, senza prendere in mano le loro vite, i loro sogni, i loro desideri.