Domani, mercoledì 26 ottobre, alle ore 15.30, presso la sezione San Tommaso d’Aquino della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, prenderà il via una giornata ecumenica di studio in occasione del 500° anniversario della Riforma Protestante, organizzata dalla Pontificia Facoltà e dal SAE (segretariato attività ecumeniche).
Ad aprire i lavori saranno gli interventi del Cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo metropolita di Napoli, e di Monsignor Gaetano Castello, responsabile della Commissione Arcidiocesana per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso di Napoli, seguiti dalle relazioni dei teologi Paolo Ricca, docente e decano emerito della Facoltà Valdese di Teologia, Pierluigi Cacciapuoti e Mario Iadanza, docenti della sezione San Tommaso.
La Riforma è un fenomeno complesso, che abbraccia un periodo molto vivace della storia in generale e della storia del popolo cristiano in particolare. I fermenti sono stati molteplici e tutti interessanti, gravidi di frutti. Per questo motivo, la giornata di studio sarà incentrata sulla figura di un grande protagonista di questo tornante della storia, Martin Lutero, senza dimenticare una delle questioni più dibattute in quel periodo, quella sulla libertà, oltre a quanto stava maturando all’interno della Chiesa cattolica, pure percorsa da fremiti di riforma, che spesso riguardavano la dimensione sociale.
«Non si tratta di celebrare o di festeggiare, come erroneamente hanno pensato alcuni – ha dichiarato Monsignor Gaetano Di Palma, decano della Pontificia Facoltà – ma di accompagnare il viaggio di papa Francesco del 31 ottobre prossimo in Svezia. Perciò l’incontro si svolge nello spirito di responsabilità ecumenica: infatti, tutti abbiamo bisogno di ringraziare Dio per quanto ha donato ai cristiani in questi due millenni; contemporaneamente, tutti dobbiamo chiedere perdono per quanto le divisioni tra noi hanno purtroppo creato, in vista di una testimonianza comune più credibile da rendere a quest’umanità, insanguinata da conflitti e lacerata dall’ingiustizia e dalla violenza».