In un clima di dissenso e rabbia condivisa e partecipata, durante la giornata di oggi, 24 ottobre, i cittadini di Ponticelli che già dalla mattinata hanno presidiato l’area antistante il parcheggio di via Argine, hanno atteso di conoscere l’esito del dibattimento in corso durante il consiglio comunale nell’ambito del quale si discuteva proprio delle sorti dello stesso parcheggio, già da diversi mesi finito al centro di un duro braccio di ferro tra le parti.
Da un lato il Comune di Napoli che, sprezzante anche del volere e del parere dei consiglieri della VI Municipalità, ha deciso di adibire il parcheggio ponticellese a deposito giudiziario per i motoveicoli sequestrati durante l’operazione “strade sicure”, dall’altra la cittadinanza e le personalità politiche compenetrate nel territorio che non hanno fatto nulla per manifestare il loro dissenso.
La delibera è stata approvata: Ponticelli si vede privare di uno dei pochi servizi che tenevano in vita una parvenza di civiltà tra le dissestate strade di un quartiere in balia del degrado e della criminalità.
I consiglieri della VI Municipalità Antonio Di Costanzo e Carmine Esposito esprimono così il disappunto della classe politica che con fermezza si è opposta al provvedimento: “Non è una sommossa contro il deposito giudiziario che di per sé va istituito, ma contro il deposito in questo sito, perché è l’unico parcheggio di tutta la zona orientale di Napoli est che giace soprattutto in una zona critica dal punto di vista del traffico e della viabilità. Un provvedimento che infligge una stangata tutt’altro che trascurabile a Ponticelli, sprovvista di aree parcheggio e non pattugliata dai vigili urbani. Questo è il motivo per il quale il popolo protesta e al popolo va sempre dato ascolto. Le intenzioni sono nelle mani del comitato che è da sempre un ente autonomo e apolitico. I cittadini hanno battagliato, proposto le iniziative e fatto delle manifestazioni, hanno ricercato gli incontri con l’assessore Clemente. Le decisioni future, pertanto, spettano ai cittadini. Il quartiere non si è sottratto alla discussione, i cittadini per primi hanno segnalato altri siti utili, anche all’interno dello stesso quartiere. Ponticelli non dice no al deposito giudiziario, ma dice no al deposito in questo sito. In un’altra location più consona, lontana dal centro abitato, dalle scuole e dal centro storico del quartiere che non intralci la viabilità e quant’altro, andava bene comunque e sarebbe stato accettato di buon grado. Forzare la mano ha costretto il comitato ad andare avanti ad oltranza.”
Un rappresentante del comitato cittadino, esterna il vivo disappunto degli abitanti di Ponticelli: “Stamattina durante il consiglio comunale abbiamo manifestato i nostri diritti, leggendo un documento in cui abbiamo espresso le nostre ragioni. Il garage comunale esiste da 11 anni e abbiamo dimostrato che non può essere adibito a deposito giudiziario, come sottolineato dal Movimento 5 stelle che ha spiegato perché questa delibera andava annullata. Abbiamo segnalato all’amministrazione altri siti idonei da adibire a garage giudiziari e hanno trovato delle scusanti che lasciano il tempo che trovano. Addirittura, stamattina è stato detto che a Secondigliano ci sono quattro capannoni vuoti che devono essere abbattuti e perché non possono essere utilizzati come deposito giudiziario? Se è possibile istituire un garage giudiziario nel parcheggio di via Argine ce lo devono dimostrare: è un centro abitato, a due metri ci sono una scuola frequentata da 180 bambini e le abitazioni. Il sindaco fa una forzatura imponendo la sua volontà, si è vestito di autorità e ci ha voluto dire: “io sono forte, comando io e si fa quello che dico io.” Nella giunta comunale, anche i consiglieri di maggioranza, i suoi uomini di fiducia gli hanno fatto capire che sta sbagliando. Purtroppo la votazione dei consiglieri è inattaccabile e ci penalizza. Il sindaco, quando la delibera è stata approvata, ci ha fatto anche “una battutina”, ci ha rivolto un gesto che non abbiamo particolarmente gradito, un cenno di allontanamento, ironico e provocatorio, ma non volgare. Noi abbiamo replicato dicendogli: “vi aspettiamo a Ponticelli, per “festeggiare” insieme questo bel regalo di Natale che ci ha fatto.”
Ci teniamo a ribadire che non siamo contro il garage giudiziario, anzi, invitiamo la polizia municipale ad effettuare i sequestri dei motorini anche a Ponticelli, perché noi cittadini per primi vogliamo che la legalità faccia il suo corso. Ma abbiamo ampiamente dimostrato la non idoneità di questo sito: ci siamo incontrati quattro volte con l’assessore Clemente che ha detto sempre la stessa cosa, ha dimostrato una rigidità e una chiusura che tutto manifestano, tranne che l’apertura di chi ci governa verso le esigenze e i bisogni dei cittadini. L’Anm ha messo a disposizione 130mila euro da investire per ristrutturare il piano superiore del parcheggio, ma non ci crediamo che dopo quattro mesi il parcheggio ci verrà restituito. Siamo convinti che vogliono ripristinare il piano superiore per fare un “via Campegna bis”. Poi, sappiamo come vanno queste cose, ogni tanto, “come per magia”, questi motorini vengono incendiati e abbiamo soprattutto paura di questo. Le case sono troppo vicine al parcheggio.
Posillipo, Fuorigrotta, Vomero, anche via Bartolo Longo a Ponticelli: abbiamo individuato dei siti idonei, ma non hanno voluto sentire ragioni. Noi ci sentiamo messi da parte, Ponticelli ha dimostrato di credere in de Magistris, nonostante durante il primo mandato è stato assente ingiustificato sul territorio, i cittadini gli hanno ridato fiducia, votandolo in tanti e anche grazie a noi è stato riconfermato sindaco. Durante la campagna elettorale, la sua passeggiata a Ponticelli si è conclusa con tante belle parole che non abbiamo dimenticato: “io sono il sindaco di strada e le periferie andranno risollevate.” Si era impegnato a concentrare il suo lavoro soprattutto sulle periferie durante il secondo mandato, ma con questo primo provvedimento ha dimostrato bene in che modo intende farlo, mettendo Ponticelli sempre più nel degrado, nell’isolamento e nell’abbandono.
Invito l’amministrazione a fare un sopralluogo in viale Margherita, via Immacolata Concezione e corso Ponticelli, quando il parcheggio verrà chiuso per toccare con mano la drammatica situazione della viabilità: è successo già l’altro ieri, a momenti si prendevano a pistolettate pe un posto auto. I dipendenti degli uffici e delle attività commerciali che lavorano in queste strade non dispongono del posto auto, lo stesso vale per i clienti dei vari studi di medici, dentisti, dietologi, dottori della zona che non sapranno dove parcheggiare. In un momento di crisi, dove le attività commerciali faticano già a sopravvivere, questo provvedimento è un’ulteriore mazzata all’economia locale. Tra l’altro, questo è un parcheggio di interscambio che da la possibilità ai cittadini di lasciare lì l’auto e muoversi con i pullman. Con questo provvedimento, il comune di Napoli ci ha ammazzato. Su più fronti. Preferiamo che il parcheggio venga chiuso, a questo punto, ma che non venga adibito a parcheggio giudiziario.”
Una delibera, un provvedimento che decretano e ufficializzano la rottura definitiva tra Ponticelli e il Comune di Napoli.
La democrazia partecipata, autentico leitmotiv della politica di de Magistris, dov’è finita? Si chiede la cittadinanza.
Assente ingiustificata dell’intera vicenda, oltre agli uomini – e alle donne – chiave di questa delibera che hanno decretato la decapitazione della vivibilità di un quartiere già in palese e conclamata difficoltà, comodamente seduti in poltrona, senza mai “metterci la faccia” senza palesarsi sul posto per rilevare e confutare le anomalie, i dissensi e le avversità sollevate dagli abitanti del quartiere. E questo è ciò che fa più male ai cittadini e ne infervora gli animi.
Dal loro canto, i cittadini di Ponticelli dimostrano di aver ben recepito il messaggio politico che anima ed ispira il credo di de Magistris, mettendo in pratica la celeberrima e tanto acclamata disobbedienza democratica, ma questa condotta sembra non essere gradita al sindaco. Un grande e clamoroso paradosso. Uno dei tanti, uno dei più tristi, nell’ambito di una delle vicende più opinabili dell’amministrazione de Magistris e dell’intera storia politica del quartiere Ponticelli.