Quando Matteo Renzi, davanti alla stampa straniera, ha detto che il 22 dicembre 2016 l’autostrada Salerno-Reggio Calabria sarà finita, dalla platea è partita una fragorosa risata. E non solo perché prima di lui in tanti (da Berlusconi a Passera) si erano esercitati nello sport delle date di fine lavori della A3, sempre puntualmente disattese. Ma anche perché basta percorrere l’autostrada da Nord a Sud e da Sud a Nord per rendersi conto che “finirla” in pochi mesi sembra solo l’ennesima promessa.
Partendo da Nord, al confine tra Basilicata e Calabria, il primo cantiere che si incontra è quello tra Laino Borgo e Campotenese. È su questo tratto che Renzi ha scommesso, puntando sulla data del 22 dicembre. Venti chilometri del famoso macrolotto tre parte due, a cavallo del massiccio del Pollino. Un tratto finito sotto la lente della magistratura non solo perché qui morì un operaio 25enne, cadendo da un’altezza di 80 metri nei lavori di demolizione del viadotto Italia. Ma anche perché il direttore dei lavori era Stefano Perotti, l’ingegnere pigliatutto vicino all’ex ministro Maurizio Lupi coinvolto nell’indagine “Sistema”. Dopo quattro mesi di sequestro, durante i quali auto e camion erano costretti a deviare nelle strade impervie di montagna, a luglio 2015 fu lo stesso neoministro delle Infrastrutture Graziano Delrio a tagliare il nastro della carreggiata Sud.
Da allora in questo tratto si cammina su una sola corsia, mentre gli operai lavorano senza sosta, sette giorni su sette, nella pancia delle gallerie che bucano le montagne. Secondo le date indicate dall’Anas il cantiere dovrebbe chiudere a novembre 2017. Ma un cantiere non fa la Salerno-Reggio Calabria. A Sud del Pollino, il serpentone pieno di toppe continua. E finire entro dicembre 2016 quello che si è cominciato, si sta ancora progettando o si deve addirittura appaltare sembra un sogno. Ancora, una strozzatura, al centro della Calabria, che nel 2009 franò a causa delle forti piogge, provocando due morti e tre feriti. Questa è la strada che da Nord porta all’aeroporto internazionale della Calabria, quello di Lamezia Terme. Qui, quando piove, tutti sanno che bisogna andare molto piano, perché con l’asfalto dissestato si rischia ancora tanto.
L’altro cantiere in corso al momento sulla A3 si trova tra Campo Calabro e Reggio Calabria, affidato a Impregilo, per la messa in sicurezza di poco più di nove chilometri. Anche questo, con molta probabilità, sarà chiuso entro fine anno.
Le deviazioni, i restringimenti, i birilli, l’asfalto disomogeneo e la segnaletica gialla sono ancora un po’ ovunque. All’uscita di Vibo Valentia, la deviazione è improvvisa. Dopo Bagnara Calabra, andando verso Sud, il percorso è una gimcana e i restringimenti a una sola corsia si trovano anche nelle gallerie. Che spesso non sono neanche illuminate.
L’ipotesi che sembra emergere dal governo, come ha scritto anche Repubblica, è quella di una revisione del progetto (project review). In pratica, anziché costruire nuovi tratti stradali, si potrebbero sistemare quelli già esistenti, risparmiando un bel po’ di soldi. Una cosa è chiara: non sarà certo il taglio di nastro del 22 dicembre 2016 a decretare la “fine” della Salerno-Reggio Calabria.