Il 17 ottobre 1886,la casa editrice Treves pubblicava per la prima volta il libro “Cuore”.130 anni fa, dunque,arrivava nelle librerie il capolavoro indiscusso di Edmondo De Amicis, scrittore fino ad allora apprezzato per racconti e inchieste giornalistiche.
“Cuore”è ambientato nella scuola Moncenisio di Torino all’indomani dell’Unità d’Italia e narra le vicende di un gruppo di studenti lungo l’arco temporale di un anno scolastico, dall’ottobre 1881 al luglio 1882.Protagonista è l’alunno di terza elementare Enrico Bottini che annota, sotto forma di diario, i fatti salienti di ogni giorno, descrivendo quello che accade ai suoi compagni,riportando i racconti mensili del maestro e gli insegnamenti morali dei genitori.
Nei nove episodi molti sono i riferimenti alle regioni del nuovo Stato, con protagonisti provenienti da ogni parte della penisola. Lo scopo di questo romanzo per ragazzi era innanzitutto quello di insegnare le virtù civili:l’eroismo, la pietà, lo spirito di sacrificio, la carità,il rispetto per l’autorità dei genitori,la sopportazione delle disgrazie e l’amore per la patria.Indimenticabili alcuni personaggi entrati nell’immaginario collettivo nazionale: la maestrina della penna rossa, il perfido “Franti”, il generoso “Garrone” e poi “il tamburino sardo”, la “piccola vedetta lombarda”e il “piccolo scrivano fiorentino”.
Il successo di “Cuore” fu immediato ed enorme. Nella sua prima pubblicazione, il romanzo fu ristampato in 41 edizioni e in seguito tradotto in 25 lingue, accolto come testo educativo e divenuto nel tempo uno dei libri più letti dai ragazzi insieme a “Pinocchio” di Collodi.
Anche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha voluto sottolineare l’importanza del 130/mo anniversario della pubblicazione dell’opera.“Da 130 anni il libro ‘Cuore’ di Edmondo De Amicis propone la lettura dei sentimenti che accompagnarono, dopo la costituzione del Regno d’Italia, il plasmarsi del popolo italiano. Nella sua efficace forma di diario di un ragazzo di terza elementare, l’opera illustra uno spaccato della società torinese dell’epoca, con una rapida ed incalzante successione di ritratti di giovani scolari che generazioni di studenti hanno conosciuto e amato”.
“Figure come ‘La piccola vedetta lombarda’ o ‘Il piccolo scrivano fiorentino’ o, ancora, ‘Il tamburino sardo’ e il protagonista del racconto ‘Dagli Appennini alle Ande’, hanno, per oltre un secolo, rappresentato un riferimento di valori ed esempi positivi -ricorda il Capo dello Stato- e rimangono impresse in modo indelebile nella memoria collettiva. Il libro ‘Cuore’, sia pur nell’ambito della retorica del tempo post-risorgimentale, costituisce, a pieno titolo una creazione letteraria di grande valenza sociale che, proprio a partire dalla scuola, ha contribuito alla creazione di una identità comune in cui riconoscersi e alla costruzione di una coscienza civile dell’Italia unita”.