Alla vigilia dell’attesissimo match in programma domani, sabato 15 ottobre alle 15 allo stadio San Paolo, quest’oggi, in sala stampa per presentare la gara ai giornalisti presenti,non c’era solo il tecnico azzurro, Maurizio Sarri, ma anche il presidente del club napoletano, Aurelio De Laurentiis, come non accadeva da cinque mesi.
Aurelio De Laurentiis e Maurizio Sarri si stringono la mano e trovano una sintesi tra le loro posizioni in merito ad arbitri, Juventus e ambizioni di scudetto: “Quando amoreggiamo con Sarri lo facciamo in maniera riservata – dice il presidente del Napoli -. Se Maurizio mi chiede di andare al San Paolo non posso dirgli di no e quindi domani sarò allo stadio. Le sue parole sulla Juve andavano interpretate, il Napoli nella sua storia ha vinto soltanto due scudetti con il più grande giocatore di tutti i tempi ma senza di lui si è vinto poco: questo bisogna ricordarselo. Datemi cento milioni di fatturato in più e vinco anche io. Piuttosto, teniamoci stretti i dodici anni di questo Napoli e speriamo tra dieci anni di essere dove io ambisco ad essere, con un calcio riformato. Certo, lo scudetto vorrei vincerlo prima”. Niente polemiche, dunque. Men che meno con gli arbitri: “Ormai ho i capelli bianchi nel calcio, non perdo più tempo a parlare di certe cose anche perché la vittoria della moviola in campo ormai l’abbiamo ottenuta ed a breve sarà operativa”.
Il “nervo” Higuain è ancora scoperto: “Higuain l’ho preso io mentre Benitez mi aveva suggerito Damiao e Bigon non ne sapeva nulla. Io non lo avrei mai mandato via, gli avevo offerto nell’estate 2015 più di quello che guadagna ora alla Juve, poi la sua famiglia è scomparsa e a febbraio-marzo suo fratello Nicolas mi ha detto che Gonzalo non voleva più rimanere perché a Napoli non c’erano giocatori importanti. Lì ho capito che siamo fatti in modo diverso per una questione di classe e di stile. Sarri è stato bravo a favorirlo con il suo gioco ma alcuni atteggiamenti di Higuain verso i compagni non erano belli, il calcio è un gioco di squadra”. A proposito, nulla cambierà nel Napoli ora che Milik si è infortunato: “Dopo sette giornate posso dire solo che abbiamo una rosa forse più competitiva dello scorso anno: abbiamo avuto questo incidente con Milik ma c’è Gabbiadini ed abbiamo altre opportunità sulle quali Sarri sta lavorando. La squadra l’abbiamo plasmata sul modo di giocare del nostro allenatore, poi è logico che ci vuole tempo per inserire i nuovi come Diawara e Rog ed ecco perché magari Sarri preferisce assumersi il rischio di fare scelte più conservative”.
Il tecnico azzurro è concentrato quasi esclusivamente sulla partita di domani contro la Roma: “È presto per parlare di “primarie” per il ruolo di anti Juve visto che mancano trenta giornate alla fine. È una gara importante per noi, dobbiamo reagire dopo Bergamo e dobbiamo farlo contro una avversaria di valore che è micidiale nelle ripartenze. Spalletti sta facendo un grandissimo lavoro. Spero che il ko di Bergamo non lasci strascichi, dobbiamo imparare a gestire meglio le gare che non prendono il solito binario: al momento questo è il nostro difetto. Dobbiamo crescere in personalità e nella gestione dei momenti della partita. Abbiamo potenzialità per aprire un ciclo importante. Ho totale fiducia in questi ragazzi, giovani e di prospettiva che possono essere una risorsa importante nel lungo periodo”. Lo scudetto diventa motivo di ironia, ma non solo: “Ho un contratto con una scadenza più breve di dieci anni, per lo scudetto debbo attrezzarmi in fretta – continua Sarri -. Io ho sempre detto le stesse cose sulla Juve, dopo una sconfitta però le mie parole sono state interpretate diversamente. Per me era e resta la più forte di tutte, far passare le mie parole per una resa mi ha fatto girare i coglioni perché io non sono una persona che si arrende altrimenti non sarei arrivato dalla seconda categoria alla Champions”.
Su Manolo Gabbiadini: “Gli ho detto quello che gli ripeto tutte le settimane visto che fin qui aveva giocato quasi quanto Milik. Piuttosto ora si presenta la necessità di inventarsi qualcosa di diverso come Mertens o Callejon al centro dell’attacco perché non può giocarle tutte Gabbiadini, ma questo spetta a me. A lui spetta solo di giocare bene e sono convinto che lo farà”.