Per Annamaria Colao, direttrice del Dipartimento di Endocrinologia del Policlinico Federiciano, non basta ascoltare gli inviti radiofonici e televisivi ed a leggere con attenzione le lettere di invito a sottoporsi a una serie di esami preventivi, bisogna fare ben altro. Ed è per questo che ha deciso di concentrare tutta l’attenzione del Convegno Alpha-Omega 2016 sulla prevenzione. In fatto di prevenzione una delle realtà Italiane all’avanguardia è la NephroCare.
‘’Le nostre 42 strutture presenti in otto regioni (Lombardia, Lazio, Molise, Marche, Campania, Calabria, Puglia e Sicilia) portano avanti un discorso ‘territoriale’, ossia dedicato all’assistenza ai pazienti – chiarisce Fabrizio Cerino, general manager della NephroCare Italia – lavorando a stretto contatto con i medici di base proprio per garantire soprattutto ai pazienti in età avanzata un’accurata prevenzione per evitare che la loro salute possa essere danneggiata da malattie croniche persistenti’’. Se n’è parlato nel corso del convegno all’hotel Continental durante una tavola rotonda organizzata da Attilio Di Benedetto, direttore medico della NephroCare Italia, ‘’la malattia renale cronica è una malattia sempre più frequente, coinvolge da tempo persone sempre più avanti con l’età, nei 42 centri NephroCare vengono seguite circa duemila persone che per tre volte a settimana devono ripulire il proprio sangue con la dialisi’’.
Perché siamo allergici alla prevenzione? Come mai i cittadini evitano spesso controlli anche banali che potrebbero da soli tenere lontane nuove malattie. ‘’Per fortuna le persone che seguiamo nei centri dialisi – ha chiarito la dottoressa Annalisa Ciotola, capo del progetto Italia NephroCare su bilancio idrico e stato emodinamico – tutto il personale è impegnato a prevenire l’insorgenza di malattie croniche, ossia l’ipertensione e il diabete che possono creare nuovi problemi in chi è già affetto da malattia renale cronica’’. L’ipertensione è dietro l’angolo per i pazienti in dialisi proprio per il sovraccarico dei fluidi corporei che nei centri vengono tenuti costantemente sotto controllo con la bioimpedenziometria’’.
La Campania non è mai stata neanche candidata agli Oscar per i trapianti di rene. Attività che per decenni è stata, se non trascurata da chi doveva interessarsene, tenuta in piedi così, per onore di presenza più che altro. Su un argomento così delicato ha preso la parola Alessandro Nanni Costa, da anni direttore generale del centro nazionale trapianti dell’Istituto Superiore di Sanità. Nel corso della tavola rotonda lo specialista ha evitato qualsiasi riferimento alle problematiche dei centri trapianti della Campania soffermandosi invece sull’importanza dei ‘trapianti da vivente’ per chi si prepara ad entrare in dialisi.