Il sistema più efficace per difendersi da un rischio è conoscerlo.
Questo tipo di conoscenza, per essere realmente utile, di solito comporta un livello di approfondimento che difficilmente può essere comunicato con un semplice spot radiofonico o televisivo.
L’ideale, per un cittadino, sarebbe poter parlare con qualcuno capace di raccontargli tutto quello che occorre sapere sul terremoto, sul maremoto o su qualsiasi altro rischio, magari incontrandolo direttamente nella sua città, in piazza, un sabato o una domenica. Ed è qui che si è accesa la lampadina: i volontari di protezione civile saranno in strada il 15 e il 16 ottobre in occasione della campagna nazionale di informazione sulle buone pratiche di Protezione Civile “Io non rischio”.
Saranno dedicati al rischio terremoto, al rischio maremoto, e al rischio alluvione i seguenti siti:
– via Caracciolo, zona pedonale, a cura degli scout laici del CNGEI
– via Scarlatti a cura dell’associazione di Protezione Civile Falchi del Sud
– piazza Municipio a cura dell’Associazione ANAI
– piazza S. Giovanni Battista, a S.Giovanni a Teduccio, a cura dell’associazione Sant’ Erasmo.
Presso i gazebo bianchi collocati in queste aree, facilmente riconoscibili dal logo giallo della campagna, i volontari saranno a disposizione per illustrare i contenuti della campagna e distribuire delle utili schede informative.
Le associazioni di volontariato di protezione civile sono presenti in tutta Italia. I volontari vivono e operano sul proprio territorio, lo conoscono e a loro volta sono conosciuti dalle istituzioni locali e dai cittadini. Chi meglio di loro per fare informazione sui rischi che su quel territorio insistono?
Da questi presupposti è nata l’idea originaria di “Io non rischio”: formare i volontari di protezione civile sulla conoscenza e la comunicazione del rischio per poi farli andare in piazza, nella loro città, a incontrare i cittadini e informarli.
La campagna “Io non rischio” è un’idea concepita e proposta da Anpas e subito sposata dal Dipartimento della Protezione Civile, dall’Ingv e da ReLuis, e poi progressivamente allargata a tante altre associazioni di protezione civile. Perché se è vero che le idee camminano con le gambe delle persone, per un’idea come questa di gambe ce ne vogliono davvero tante.