Il Rotary Club Campania – Napoli si pone l’obiettivo di supportare l’incontro sportivo di calcio, in collaborazione con ADiFII Onlus e Università FEDERICO II, e creare un momento di confronto e di condivisione che sia lontano dall’ambulatorio dove i ragazzi con Diabete tipo 1 possono sempre meglio aver chiaro che l’attività fisica è un tutt’uno con la terapia farmacologica e l’alimentazione.
Difatti il Diabete di tipo 1 è una patologia cronica che concorre a modificare il peso stressante dell’evento in quanto impatta sulla vita del paziente in maniera importante: alimentazione, gestione farmaci, controlli e monitoraggi, complicanze, attività fisica, relazioni sociali e familiari.
E’ una tematica particolarmente sentita non solo per le sue implicazioni pratiche (cosa bisogna mangiare, in che modo somministrare l’insulina ed effettuare l’autocontrollo, come fare in modo che sia riconosciuta una ipoglicemia), ma anche perché mette alla prova il rapporto che il soggetto diabetico stesso ha con il diabete, facendo riemergere problematiche che sembravano risolte.
Nasce così l’esigenza di stabilire, in modo chiaro, compiti e responsabilità per l’assistenza e promuovere la conoscenza della patologia e soprattutto sensibilizzare la gestione.
Tutto ciò appare indispensabile per favorire, negli sportivi con diabete, un’esperienza anche sociale che sia serena, sovrapponibile a quella dei loro compagni.
Gli anni che vanno dopo la maggiore età risultano essere il periodo del ciclo vitale in cui si presentano cambiamenti a livello biologico, cognitivo ed affettivi profondi, preoccupazioni per il corpo, ricerca di nuove relazioni e gruppi con cui identificarsi, diminuita soglia di tolleranza per ansia e frustrazioni. Questi aspetti riguardanti lo sviluppo della personalità possono inserirsi nei processi di terapia complicandoli o alterandone l’efficacia.
Proprio perché, l’impegno emotivo ed intellettivo è orientato verso una ristrutturazione della propria immagine corporea, spesso i giovani diabetici sperimentano sentimenti di dolorosa solitudine di fronte alla propria malattia. In questa fase critica il diabete costituisce un elemento “scomodo”. Di fatto, il bisogno di indipendenza si scontra con l’iperprotezione dei genitori e le restrizioni della terapia; le indicazioni, il controllo e le limitazioni sull’alimentazione possono determinare un senso di diversità rispetto ai coetanei la cui accettazione, anche fisica, da parte loro assume un’importanza determinante.
Il Rotary Club Campania-Napoli con questo programma desidera trasferire dal teorico al pratico che la condizione di diabetico non implica di per sé incapacità assoluta e temporanea a svolgere il proprio lavoro, ed attività sportiva salvo che non intervengano problemi intercorrenti o complicanze.
Prima e dopo l’incontro i Diabetologi della Università di Napoli Federico II terranno negli spogliatoi e sul campo una sessione educativa sui seguenti punti:
1) Educazione dei diabetici e coloro che si occupano della loro cura sul ruolo dell’esercizio fisico nel migliorare la salute;
2) Creare opportunità alla partecipazione ad attività ricreative ed amatoriali nell’ambito dello sport;
3) Migliorare la capacità di autocontrollo ed autogestione fra i diabetici abili in attività sportiva;
4) Promuovere e supportare lo sviluppo di uno scambio di informazioni fra atleti diabetici;
5) Favorire la nascita di diabetici-guida nel campo dello sport il cui modello di vita sia di esempio a tutti gli altri.
A margine della partita, infatti, i ragazzi continuano a sfidarsi attraverso giochi di ruolo e momenti educazionali che permettono loro di riflettere sul diabete e sulle terapie attualmente disponibili, in modo da fare acquisire un approccio maturo e responsabile nei confronti di una condizione cronica.
I momenti educativi sono incentrati sulla prevenzione delle ipoglicemie, la diminuzione del livello di zucchero nel sangue al di sotto dei valori di normalità, la gestione del microinfusore, sintomi quali sono sudorazione, palpitazione, tremori, giramenti di testa, fino al ricovero in ospedale, nei casi più gravi.