Le ultime vicende di cronaca dimostrano che il fenomeno del cyberbullismo si conferma una moda sempre più dilagante, soprattutto tra gli adolescenti e i giovanissimi.
Seppure l’iscrizione ai social network sia vietata ai minori, il nuovo modo di comunicare è talmente radicato negli usi e costumi della società contemporanea che imporre limitazioni e privazioni in tal senso risulta impossibile.
Tanti i genitori che cercano di tenere i loro figli lontani dalle tastiere, ma la precoce dimestichezza che i bambini moderni maturano con tablet e pc, gli rende fin troppo facile creare un account falso, con il quale “camuffarsi” in rete. Altri, invece, ne autorizzano la presenza sui social, a patto che si lascino “controllare”.
Eppure, i pericoli ai quali un baby-utente è esposto quando si destreggia tra i social sono tanti. Dai pedofili che adescano minori proprio attraverso le chat ai rischi generati dalle diverse “pratiche moderne” che dilagano tra i giovani.
Esistono 9 tipi di cyberbullismo, ecco come riconoscerli:
- Il flaming, ovvero la battaglia verbale online: è una forma atipica, in quanto i messaggi online violenti e volgari sono inviati da due contendenti che hanno lo stesso potere e che si affrontano “ad armi pari”, per una durata temporale delimitata.
- L’harassment (dall’inglese “molestia”) consiste in messaggi diffamatori e ingiuriosi che vengono inviati ripetutamente nel tempo, attraverso l’uso di e-mail, sms, mms, pubblicazioni moleste su blog, etc.
- Il cyberstalking (o persecuzione telematica) si verifica quando le molestie divengono particolarmente insistenti e intimidatorie: la vittima inizia a temere per la propria incolumità fisica.
- Il put down può concretizzarsi in una sola azione, capace però di generare effetti demolitori della reputazione della vittima. Ad esempio, la pubblicazione all’interno di social network, forum, blog o siti web di gossip o di video intimi con commenti crudeli, calunniosi e diffamatori. È il drammatico caso di Tiziana Cantone.
- L’impersonation (ossia la sostituzione di persona) consiste nella violazione dell’account di un’altra persona (ottenendo consensualmente la password o riuscendo a individuarla) al fine di farsi passare per questa e inviare messaggi ingiuriosi, che screditino o creino problemi alla persona stessa.
- L’exclusion consiste nell’estromissione intenzionale di una persona da un gruppo online (una “lista di amici”), da una chat o da altre attività, esclusivamente al fine di ferirla o per vendicarsi di precedenti torti subiti.
- L’outing o il trickery consistente nella condotta di chi, a seguito di un periodo di apparente amicizia, viene in possesso di informazioni riservate sul conto della futura vittima per poi pubblicare, senza alcuna autorizzazione, confidenze spontanee o foto riservate e intime.
- Il cyberbashing ha inizio nella vita reale: la vittima viene aggredita o molestata mentre altri riprendono la scena con lo smartphone, per proseguire su internet, dove una volta che questi video vengono postati chiunque è libero di condividerli, commentarli o votarli, come accaduto nel caso della minorenne di Rimini ripresa in discoteca mentre la violentavano.
- Il sexting rappresenta il fenomeno più dilagante tra i più giovani e consiste nell’invio di immagini o video a sfondo sessuale che vengono poi utilizzati a scopi estorsivi.