Circa una settimana fa il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, ha “candidato” in maniera ufficiosa la città partenopea ai Giochi Olimpici del 2028. Un messaggio sopratutto in direzione della Capitale, che attraverso le parole della sua prima cittadina Virginia Raggi, aveva chiuso definitivamente le porte alla candidatura (già presentata al CIO) per il 2024.
“Sarebbe bello ora, di fronte al no della Raggi, un sì per Napoli e per il Mediterraneo” ha detto il sindaco “Mi auguro che il Governo ed il presidente del Coni accolgano l’idea che il Sud possa diventare il principale luogo in cui costruire politiche di accoglienza, cultura, solidarietà, fratellanza” ha aggiunto l’ex pm. “Siccome noi vogliamo costruire un Mediterraneo di pace, solidarietà, dialogo, intercultura e non più vedere le immagini di un Mediterraneo di sangue, guerra e conflitti – ha detto – proviamo a candidarci per il 2028 e, entro quella data, costruire quei luoghi nel nostro Sud, nel Sud Europa, in cui ci si può incontrare per costruire sport e cultura, dialogo, giovani e sport. É un messaggio molto forte”. “Possiamo dimostrare che le cose si possono fare con le mani pulite; a Napoli abbiamo dimostrato, governando senza un euro, di fare le cose con le mani pulite’, inoltre Napoli ospiterà nel 2019 le Universiadi, un evento che accoglierà più di 15mila atleti impegnati in 18 discipline. Una sorta di prova generale per quello che potrà essere il sogno olimpico napoletano”.
Le parole del primo cittadino lasciano presagire ottimismo e speranze per un Sud migliore e sopratutto protagonista della vita nazionale. Ma come in tutte le cose bisogna guardare in faccia alla realtà, in particolar modo alla desolante realtà che attanaglia i due principali impianti sportivi/calcistici della città: lo stadio Collana e lo Stadio San Paolo.
Lo stadio Arturo Collana, ubicato nel quartiere Vomero, è stato a cavallo tra gli anni 40 e 50′ la casa del Napoli,. Ristrutturato completamente nel 1970, la struttura può vantare una pista d’atletica ad 8 corsie, una palestra e una pista di pattinaggio. Con il passare degli anni, l’incuria e la poca e talvolta poco attenta manutenzione ne hanno provocato numerosi danni, in particolare al terreno di gioco e alla intonacatura esterna (da sottolineare che sotto lo stadio transita la metropolitana della città). Il proprietario della struttura è la Regione Campania, che alla scadenza del comodato d’uso stipulato con il Palazzo San Giacomo, ha regolarmente assegnato all’ATI dello schermidore partenopeo Sandro Cuomo la gestione dell’impianto. Ma il Comune ha formalmente “occupato” lo stadio, aprendo i cancelli ai cittadini lo scorso 9 settembre e creando il contenzioso tra Regione, Comune e l’associazione. Alcuni gruppi di minoranza consiliare, come il PD, hanno annunciato un esposto in Prefettura per sbloccare la situazione ma l’assessore allo sport Ciro Borriello ha sottolineato che “si aspetta una risoluzione pacifica e civile della vertenza, per restituire ai napoletani un impianto di grande livello”.
Altro capitolo, ma non meno complesso è quello che riguarda lo Stadio San Paolo, che ospita regolarmente le gare casalinghe del Napoli. L’ultima ristrutturazione “pesante” all’impianto fu effettuata nel 1990, in occasione dei Mondiali di calcio. Da allora, una lenta e rovinosa discesa. Le parti in gioco sono due: il Comune di Napoli (proprietario dell’impianto) e la Società Sportiva Calcio Napoli. Alla scadenza della convenzione ponte, il 30 giugno 2016, il Comune ha chiesto ed ottenuto dal Credito Sportivo un mutuo di 25 milioni di euro, che serviranno a sistemare la rete elettrica, fognaria, le toilette e i sediolini, ritenuti inadeguati per le competizioni UEFA. Il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis dal canto suo, dopo aver presentato diversi progetti, sembra nelle ultime settimane aver abbandonato l’idea di uno stadio moderno e aperto 7 giorni su 7, sul modello inglese. Non resta che aspettare l’inizio dei lavori, previsto per le prime settimane di ottobre, che dovrebbero restituire ai tifosi un impianto all’altezza della seconda squadra d’Italia, nonchè tra le prime 15 d’Europa.