Il giorno tanto atteso è arrivato: si è svolta quest’oggi, 23 settembre, a Roma la manifestazione contro il commissariamento del governo di Bagnoli, davanti a Montecitorio.
Tra i manifestanti era presente anche il sindaco de Magistris che ha dichiarato quanto segue: “Fino a qualche tempo fa era impensabile che si potesse venire tutti insieme a Roma: cittadini, precari, cassintegrati, immigrati e il sindaco di Napoli. Ora la città è unita e questa è la voce di Napoli che parla. La democrazia non si commissaria. A Napoli decide il popolo, decidono i napoletani. Non decide il governo”.
I manifestanti sono arrivati davanti a Montecitorio per chiedere l’immediata bonifica dell’ex area industriale nella periferia di Napoli: «In piazza ci siamo tutti: cittadini, cassintegrati, immigrati, movimenti. Tutto questo era impensabile fino a qualche tempo fa, ma ora Napoli è unita – dice De Magistris che da tempo ha imbracciato un duello con il premier Renzi sul commissariamento – Questa è una mobilitazione popolare, pacifica, che terminerà appena termineranno gli abusi. È l’agorà dei cittadini, la voce di Napoli che parla: la democrazia non si commissaria».
“Difesa dei territori dai commissariamenti”: questo c’è scritto sullo striscione che ha aperto il corteo che vuole chiedere «il ritiro immediato dell’articolo 33 della legge Sblocca Italia». «Il premier sono due anni che non lo riesco a vedere. Se lei può mettere una buona parola… Gli dice c’è il sindaco di Napoli che è un noto pacifista, difensore della costituzione e che da due anni cerca di spiegare questa e altre cose semplici al presidente del consiglio ma non riesce ad essere ricevuto» dice De Magistris.
Le parole di De Magistris hanno acceso la polemica con il governatore campano De Luca: «Il governo ha nominato un commissario con una cabina di regia di cui fanno parte le istituzioni territoriali e democratiche che fa le scelte di merito. Le scelte non le fa dal commissario, anche io sarei contrario altrimenti. Il Comune di Napoli ha fatto ricorso e il Tar gli ha dato torto al comune, quindi c’è la cabina di regia in cui decidiamo tutti, c’è chi partecipa e chi decide di non andare. I cittadini poi decideranno chi ha ragione».
I manifestanti a Roma lamentano la palude amministrativa e la guerra politica: «È passato un anno dall’insediamento a Bagnoli del commissario Nastasi voluto da Renzi – spiegano gli attivisti al megafono – finora non abbiamo visto nessun risultato se non la sconfitta del Pd alle elezioni. Il sindaco di Napoli e il presidente del Consiglio hanno scelto Bagnoli come terreno del conflitto politico. Intanto a Bagnoli non è cambiato niente, le spiagge sono inaccessibili e non balneabili, si continua a morire di tumore e i residenti vivono ancora negli stessi disagi immediati».