Torna finalmente a Napoli una antica straordinaria tradizione: le “Guarattelle”, nome del teatro tradizionale di burattini nella nostra città. Organizzato dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo nell’ambito dell’Estate a Napoli 2016, il Festival delle Guarattelle si terrà in Villa Comunale con la partecipazione dei maggiori esponenti di quest’arte popolare. Oltre alle numerose rappresentazioni che si svolgeranno nelle mattinate del 22 e 25 settembre e nei pomeriggi del 23 e del 24, il programma del festival prevede un convegno, con noti esperti e critici del settore, e due mostre, una di testimonianze fotografiche e l’altra con alcuni bellissimi esemplari di burattini dal mondo.
L’iniziativa, riallacciandosi ad una tradizione di teatro di guarattelle nella storica Villa Comunale di Chiaia, nasce con lo scopo di valorizzare questa antichissima arte teatrale fortemente radicata nella tradizione popolare. Le guarattelle sono la forma tipicamente napoletana di teatro di strada, nello specifico del teatro di figura, realizzato con la tecnica dei burattini a guanto. Una tradizione popolare tramandata oralmente, senza interruzione da più di 500 anni, che trae i suoi personaggi dai tipi delle maschere tradizionali campane ed italiane e dagli altri personaggi del teatro popolare.
“Nostro obiettivo è riscoprire quest’arte”, dichiara l’assessore alla Cultura e al Turismo Nino Daniele, farla conoscere alle nuove generazioni e creare contesti nei quali essa possa essere riproposta e fruita dai napoletani ma anche dai tanti turisti desiderosi e sempre più presi dalla curiosità di scoprire la nostra città e conoscerne la cultura. Consideriamo dunque questo festival un primo appuntamento che apra la strada a un ritorno stabile delle guarattelle nei nostri luoghi di socialità ed allo studio ed alla trasmissione dell’antica arte dei maestri guarattellari.
Questo festival di guarattelle è una gran festa per noi guarattellari. Ultimamente sembrava che questa tradizione avesse difficoltà a esprimersi in città per cause svariate, forse le più importanti sono proprio i tempi difficili che stiamo vivendo e che vorrebbero distruggere tutto ciò che è bello, genuinamente popolare e che esprime una voglia di vivere felici in armonia con gli uomini e le donne che ci circondano. Le guarattelle hanno una storia antica, già diffuse in tutto il mondo nel 1600, ma probabilmente molto più antiche. In questi giorni saranno presenti in Villa due generazioni di guarattellari napoletani, che da anni rappresentano questa arte in tutto il mondo con grande successo e gioia del pubblico che li accoglie, terre lontane, zone di guerra e di sofferenza. Eppure quando arriviamo noi lì si ride e di questo c’è un gran bisogno. Non siamo dei fanatici esaltati. Sono esperienze che viviamo concretamente. Oggi un grande filosofo come Giorgio Agamben nei suoi ultimi scritti ci dice che in questi tempi di catastrofe Pulcinella rappresenta una via di uscita. UBI FRACASSORIUM IBI FUGGITORIUM. Noi guarattellari siamo sicuri che questo è solo l’inizio di un buon rapporto con una amministrazione comunale che oggi rappresenta una vera rarità politica. Gente che non ruba, attenta e vicina ai giovani non se n’era mai vista tra i politici di questi tempi. Siamo sicuri che questo è solo l’inizio di un rapporto che darà i suoi frutti. La rassegna che presentiamo in Villa pur così ricca di spettacoli diversi e di diversi artisti rappresenta solo una piccola parte del potenziale artistico ed umano che possiamo esprimere. Avremo spazio per proporre nuove produzioni e non solo in strada dove naturalmente continueremo ad essere presenti. Riprenderemo la tradizione dei pupi napoletani, cosi importante nella storia del Sud. Faremo rivivere la grande arte dei Corelli, dei Furiati, dei Di Giovanni e di Ciro Perna e forse finalmente si potrà inaugurare il Museo dei Pupi con una direzione e gestione nuova, degna della storia che quest’arte rappresenta.
La mostra GUARATTELLE NELLE PERIFERIE DEL MONDO racconta un pò di storie dei miei viaggi di guarattellaro nel mondo che noi viviamo, con le sue guerre, le sue sofferenze, i suoi disastri e le sue gioie nascoste che sempre si possono trovare anche nelle situazioni più difficili. Innanzitutto devo ringraziare Pulcinella che mi ha permesso tutto questo, che si è dimostrato essere un passaporto incredibile, che mi ha permesso di scoprire mondi dove le frontiere non esistono, scoprire e intendere culture molto lontane dalla nostra che mi hanno arricchito enormemente. Non potrò mai dimenticare i sorrisi dei bambini orfani dell’intifada ad Abu Dis in Palestina, dei bambini in un villaggio sperduto nella foresta del Brasile di ammalati di AIDS, dei bambini del reparto oncologico del Vecchio Policlinico che hanno riso prima di morire, degli indio di Acteal in Chapas dove sotto il mio teatrino erano seppelliti quaranta morti ammazzati dall’esercito paramilitare messicano, i bambini dei Banchi Nuovi che pur essendo al Centro Storico vivono una periferia peggio di Scampia, il bambino delle Vele che mi ha detto che sono meglio di Maradona!! Incredibile!! i bambini saharawi che ho incontrato sia a Napoli che nel loro deserto e il profumo del deserto che non ha eguali sulla terra. Tutte queste storie ho voluto che le raccontassero i burattini che le hanno vissute e tra questi ci sono burattini nati proprio in quei luoghi come i burattini fatti con ossa di cammelli in Sahara, i burattini fatti con rami della Selva Lacandona in Chapas, la burattina palestinese il cui velo è realizzato con una benda che ha fasciato il braccio di una pacifista palestinese sparata dall’esercito israeliano. E tante altre storie.”