«Il parto straordinario avvenuto nel casertano, che ha visto diventare madre una donna di 61 anni, ha scatenato una serie di polemiche e di critiche ingiuste. Nella mia esperienza di pediatra di famiglia vedo infatti molte madri giovanissime che non sanno né apprezzare né prendersi cura nel modo adeguato dei propri figli. Allo stesso modo è sempre più frequente confrontarsi con madri “attempate” che magari hanno lottato per riuscire ad arrivare ad una gravidanza. Donne che sanno di dover affrontare la genitorialità in età avanzata, ma che hanno tutti gli strumenti per essere delle ottime madri». Lo dice Antonio D’Avino, segretario provinciale della Fimp Napoli in merito alle polemiche scatenate dalla nascita del piccolo Elias.
«E’ evidente – spiega D’Avino – che dal punto di vista medico programmare una gravidanza oltre i 60 anni espone la partoriente e il nascituro ad alcuni rischi. Tuttavia, con le indagini che si effettuano di norma prima e dopo del concepimento, ci sono basse probabilità che la gravidanza possa mettere il bambino in una condizione di svantaggio rispetto a nascituri partoriti da madri non attempate.
Ben più importante dell’età materna al momento del parto è l’attenzione e la cura che si dà ai propri figli.
Penso ad esempio al problema dell’obesità infantile, che in Campania è una vera e propria piaga. Molto spesso mi trovo a parlare con giovani madri che non hanno alcuna idea di cosa significhi “corretta alimentazione”, perché loro stesse adottano stili alimentari poco salutari. Molte giovani madri risolvono la questione del pasto con fast-food e tendono ad accontentare i bambini ogni qualvolta chiedono cibo spazzatura pur di non dover sentire i loro capricci. Concentriamoci di più sull’educazione a corretti stili di vita dei genitori e non crocifiggiamo chi, magari dopo averlo desiderato fortemente, riesce ad avere un figlio in tarda età».