È stata la data del 20 settembre quella scelta da Antonello Sannino e Danilo Di Leo per celebrare la loro Unione di Civile, nella Sala della Giunta del comune di Napoli, dinanzi ad amici e parenti emozionatissimi, e con la “benedizione” del primo cittadino partenopeo Luigi De Magistris.
La scelta della data non è stata per nulla casuale, come ha dichiarato lo stesso Sannino, presidente dell’Arcigay Napoli e delegato nazionale di Arcigay per lo sport.
“Abbiamo scelto il 20 settembre, la data della Breccia di Porta Pia, per rimarcare la laicità della nostra unione”, ha spiegato, “la legge Cirinnà sta cambiando la storia di questo paese, con lo stesso intento rivoluzionario”. “La data simboleggia il trionfo del principio laico che garantisce la libera espressione di qualsiasi pensiero e opinione”, fa sapere Arcigay Napoli in un comunicato stampa. Sannino è il primo dirigente Arcigay ad usufruire della Legge Cirinnà. Non casuale è anche la scelta dei testimoni di nozze Antonio Amoretti e la moglie Rosa Berriol. Amoretti è stato partigiano durante le Quattro Giornate di Napoli, e ha partecipato eroicamente alla liberazione di Napoli dall’occupazione nazifascista. Oggi è presidente del Comitato Provinciale dell’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia), di cui lo stesso Sannino fa parte.
“Per tutta la vita ho lottato per difendere la Costituzione, per portare avanti gli ideali della Resistenza, della giustizia e dell’amore”, ha dichiarato Amoretti, “essere qui, oggi, vuol dire fare quello che ho sempre fatto. La nuova Resistenza è il rispetto dei diritti di tutti.” L’unione Sannino-Di Leo, quindi, si mostra carica di simbolismi, tutti atti a rimarcare la voglia di laicità e la conquista di una libertà per troppo tempo negata. Visibilmente orgoglioso si è mostrato anche il Sindaco De Magistris, che non ha mai fatto mancare la sua vicinanza alla comunità LGBT. Già nel 2014, infatti, si impegnò a far trascrivere nei registri comunali, i matrimoni tra persone dello stesso sesso contratti all’estero, come nel caso di Roberto e Miguel, già sposi a Madrid. All’inizio della cerimonia ha citato l’Articolo 3 della Costituzione: “è un momento solenne”, ha detto, “ed è la prima volta per tutti”. Ad Antonello e Danilo, ballerino del Teatro San Carlo, sono giunti anche gli auguri dell’ex console Usa Colombia Barrosse, da sempre vicina al movimento Lgbt, e di Monica Cirinnà che il 24 settembre celebrerà l’unione tra il sindaco di San Giorgio a Cremano, Giorgio Zinno, e il compagno Michele Ferrante.
“Adesso vorrei il riconoscimento della genitorialità”, continua Sannino, “vorrei un figlio, anche se il mio compagno non ha ancora deciso”. Sicuramente non mancherà l’appoggio di De Magistris, che già nel 2015 ha iscritto all’anagrafe di Napoli il piccolo Ruben, nato in Spagna, e lì riconosciuto figlio di due donne. “Spero che il nostro gesto sia d’esempio anche ad altre coppie”, ha concluso Sannino, “questa è la vittoria di tuto coloro che hanno creduto nella Legge Cirinnà. Abbiamo lottato e abbiamo vinto, ma la strada è ancora lunga”.
Adesso la coppia vuole solo tornare alla normalità. “Ci sentiamo come se fossimo finiti in un frullatore”, hanno dichiarato.
Una normalità fatta di routine quotidiane, di rispetto e libertà, dove il loro amore non faccia più notizia.