Due telefonini, due tablet e una macchina fotografica, tutti di proprietà di Sergio, fidanzato di Tiziana: l’inchiesta aperta in seguito al suicidio della 31enne partono da qui.
Il materiale, sequestrato lo scorso venerdì, 16 settembre, dai Carabinieri di Giugliano in Campania, rappresenta il primo passo dell’inchiesta aperta dalla Procura di Napoli Nord mercoledì scorso, all’indomani del suicidio di Tiziana, per istigazione al suicidio. L’indagine è contro ignoti, a differenza del procedimento aperto un anno fa dalla Procura di Napoli a seguito dell’esposto presentato da Tiziana, nel quale si faceva riferimento a 4 persone che, tramite Whatsapp, avevano ricevuto da lei materiale fotografico e video: le stesse 4 persone furono iscritte nel registro degli indagati dai magistrati napoletani che ipotizzarono il reato di diffamazione.
Presto i magistrati di Napoli Nord acquisiranno sia gli atti relativi all’esposto presentato da Tiziana alla Procura di Napoli, sia quelli relativi al ricorso d’urgenza per la rimozione dei video dal web.
Venerdì i Carabinieri di Giugliano in Campania hanno sequestrato due telefonini, due tablet e una macchina fotografica di proprietà di Sergio, l’ex fidanzato di Tiziana Cantone.
Seppure l’uomo non sia indagato, l’indagine resta contro ignoti. Gli inquirenti mirano anche ad approfondire il rapporto che intercorreva tra Sergio e Tiziana, in virtù delle dichiarazioni rilasciate dalla ragazza della madre, alla stampa e agli inquirenti.
La madre della 31enne ha dichiarato ai carabinieri che la figlia, secondo lei, era plagiata da Sergio, fino ad essere costretta a girare i video hard. Solo in un’occasione Sergio si è espresso pubblicamente sulla vicenda, qualche mese fa con un post su Facebook, poi cancellato insieme al profilo personale, nel quale si rivolgeva minacciosamente a chi si “divertiva” e “godeva” delle “disgrazie altrui”, aggiungendo: “Ora piano piano ad uno a uno vi trovo, state attenti”.
Parallelamente a quest’inchiesta, la procura di Napoli indaga per diffamazione nei confronti di Tiziana Cantone: nel procedimento aperto un anno fa, su esposto della donna, sono indagate le 4 persone che, via Whatsapp, avevano ricevuto da lei foto e video hard.