Il branco sulla rete continua a colpire duro, il cyberbullismo fa paura e seguita a mietere vittime.
L’ultima violenza di genere si è verificata a Como, dove una giovane ventenne è stata costretta a sparire da internet e per superare le angherie subite ha dovuto chiedere aiuto ad un centro di emergenza terapeutica. Mentre il mondo virtuale si interroga sul diritto all’oblio nel web, dopo il tragico suicido a causa di un video hot diventato virale sui social, i fenomeni di prepotenza e violenza su internet, soprattutto tra i giovani, non si fermano.
Questa è la storia, tragica e brutta come tutte le storie di prepotenze e di abusi nei confronti dei più deboli, raccontata da Edoardo Colombo, medico e docente dell’Insubria, da anni in prima linea contro il cyberbullismo:. «Siamo in città murata, una comasca di 21 anni è davanti al suo portatile – ci racconta – quasi all’improvviso un gruppo di ragazzi, soprattutto ragazze, inizia ad inseguire sistematicamente questa giovane ovunque. Non per strada s’intende, ma nella rete. Se la vittima designata scrive su Facebook questi la subissano d’insulti, affatto velati, rendono inutilizzabile il suo profilo con volgarità irripetibili. Offendono in special modo i familiari, madre e padre. Per poi passare alle minacce: “Se ti incontriamo t’ammazziamo”.
A questo punto la nostra protagonista chiude Facebook, prova a navigare in pace su Instagram. Ma il branco torna a colpire, stessa dinamica predatoria, stessa cattiveria e stesso rancore immotivato. Succede poi su Twitter, fino ad arrivare alle chat di Whatsapp».
È un incubo che non ti fa più uscire di casa. Stiamo peraltro parlando di una ragazza non adolescente, già grande, integrata, che ama la movida, non è l’icona di una giovane timida, introversa e con qualche fragilità.
«Quando ha deciso di chiedere aiuto la vittima sosteneva che, forse, conosceva di vista dal vivo solo uno dei suoi assalitori – racconta ancora Colombo – ma che niente poteva lontanamente spiegare tanta violenza, tanto odio. Questa è gente che così sfoga i suoi dolori, che entra in rete con il preciso obbiettivo di far male, sono sociopatici, vandali cybernetici. Un bullismo che esula dalla normale aggressività che gli adolescenti hanno spesso ad dosso».
Questo è un altro caso limite ma purtroppo reale, mentre non è reale il mondo del Web, e per tale dobbiamo considerarlo.