Nel nostro Paese il suicidio risulta essere la seconda tra le cause di morte dei ragazzi dai 15 ai 25 anni, subito dopo gli incidenti stradali. Si parla di 1000-1500 tentativi di suicidio all’anno. Non è un caso che sono in aumento le segnalazioni di ragazzi che hanno manifestato intenzioni suicide o hanno alle spalle tentativi di suicidio.
Non parliamo solo di cifre, o dati statistici, bensì facciamo riferimento a giovani come tanti, quasi sempre descritti come tranquilli, ma che nascondono nel cuore un senso di oppressione psicologica per un mondo “fuori misura”, convinti che la soluzione sia la morte.
Ma perché osare questo terribile gesto? E’ una domanda difficile, bisognerebbe conoscere ed esaminare una moltitudine di fattori, come ad esempio il contesto in cui l’idea suicida può germogliare, si dovrebbe investigare la personalità dell’adolescente e il suo “mondo interiore”, quasi sempre incompiuto e fragile. Sicuramente però, non necessita una laurea in psicologia per asserire che influisce pesantemente nei giovani un ormai evidente assenza di un quadro valoriale forte. Succede così che i ragazzi vivano e condividano sempre più diffusamente un senso di precarietà etica tangibilissima, inserita in una realtà carica di stimoli ma povera di certezze.
Sarà per questo che continuiamo a leggere tristi notizie di cronaca a tal proposito. Come nella vicenda del giallo di Torino, dove un ragazzo da poco maggiorenne si è tolto la vita gettandosi dalla finestra: il fatto è accaduto intorno alle 8.30 della mattina in una zona centrale della città piemontese.
Sulla base delle notizie emerse, pare che il giovane si sia preparato per andare a scuola, sia uscito di casa per salire poi all’ultimo piano del palazzo, nell’elegante quartiere della Crocetta, dove ha lasciato lo zaino con i libri. Poi si sarebbe buttato.
L’intervento del 118 è stato immediato ma il volo, di diversi metri, non gli ha lasciato scampo. Sul posto anche i carabinieri, che stanno cercando di appurare l’esatta dinamica di quanto accaduto
Attualmente (come spesso in questi casi) il suicidio è avvolto nel mistero. Il giovane andava bene a scuola e non aveva avuto problemi con i compagni. Prima della tragedia ha inviato attraverso Whatsapp un gioco ad una compagna di classe. Erano le 7.21 e, probabilmente, è stata l’ultima cosa che lo studente ha fatto prima di salire al quinto piano del palazzo in cui abitava, lasciare lo zaino con i libri e gettarsi nel cortile interno.
A scuola, insegnanti e compagni si dicono esterrefatti. Anche ieri si era scambiato qualche messaggio con un amico, senza lasciar trapelare nulla di quello che aveva intenzione di fare.