Il terrore, lo choc, le emozioni dei bambini le cui vite sono state irrimediabilmente segnate dal terremoto che continua a far tremare la terra nel centro-Italia, trapelano in tutta la loro mite innocenza, attraverso i disegni.
“La loro paura più grande è che si aprano delle crepe sotto le tende, e venire divorati da queste crepe”. E’ l’incubo dei piccoli nel campo di accoglienza di Griciano, piccola frazione a tre chilometri da Accumoli l’epicentro del terremoto che ha fatto strage tra Lazio e Marche. I volontari hanno allestito un mini-campo
giochi non lontano dalle tende. Una fascetta segnaletica dai tradizionali colori bianco e rosso simula il limite di una immaginaria rete da pallavolo. I piccoli si rincorrono tutto intorno. Giocano a nascondino tra le tende allestite dai soccorritori. I bambini sono una decina, di età compresa tra i 3 e i 12 anni, e anche molti adolescenti, in un campo che ospita nella notte oltre 150 persone. “Non gli diciamo cosa disegnare, li facciamo giocare, cerchiamo di riportarli alla quotidianità che hanno perso”, spiega Chiara Giuliani, una giovane volontaria responsabile dei più piccoli, di Torre dei Passeri, in provincia di Pescara.
“Giochiamo a palla, acchiapparella, quello che vogliono. Se hanno bisogno di rilassarsi magari leggiamo un libro insieme”.
Nei disegni ci sono gli elicotteri della Croce rossa che salvano una persona. Una ragazza che grida aiuto in una casa vicino a un bosco in fiamme. Ma anche gli stemmi della Juve o della Roma, o
una partita di pallavolo in spiaggia, forse quelle viste nelle Olimpiadi di Rio. “Esprimono quello che hanno vissuto. Non è arte-terapia, è disegno puro”, continua Chiara: “E’ un modo per canalizzare le energie che hanno, le loro emozioni. I bambini sono più piccoli esprimono in modo diverso dagli adulti quello che hanno vissuto e ognuno elabora in una determinata strada”.