I bambini, luce, gioia e trasparenza del mondo. Nel bene, ma soprattutto nel male, sanno sempre trovare modo e parole per descrivere in maniera sintetica ed essenziale anche le emozioni più indicibili.
La toccante lettera di Annalisa, una bambina di soli 7 anni, rimasta orfana nella tragedia di Amatrice, lo comprova.
Una giovane vita, segnata negli anni dell’ingenuità e della spensieratezza, da quel genere di dramma che segna in maniera irreversibile il futuro.
Niente sarà più come prima, nelle terre del centro Italia straziato dal terremoto.
Niente sarà più come prima, nella vita di Annalisa e di tutti coloro che hanno perso tutto: affetti, famiglia, beni, casa, serenità.
Accudita dai volontari di Save the Children, questa bambina, seguita costantemente nel percorso di elaborazione del lutto e di cura psicologica da parte delle volontarie, ha scritto delle parole davvero toccanti.
“Caro Gesù, visto che sono con te potresti salutarmi mamma e papà?
Senza di loro mi sento molto sola. Qui le mie nuove maestre mi hanno detto che ora i miei genitori sono con te. Per favore trattali bene, e dai un abbraccio da parte mia alla mamma, e dille che non vedo l’ora di rivederla presto. Qui tutto è crollato, anche la mia stanza con i giochi, dove c’era la fortezza che papà aveva costruito, anche se aveva detto che era indistruttibile. Per favore Gesù, se puoi, potresti ricostruire la nostra casa così possiamo tornare come eravamo prima? E per favore digli a mamma e papà che li aspetto, che sono stanca di stare con le maestre, anche se mi trattano bene e mi vogliono bene.”