Sono le ore in cui le immagini e le storie delle vittime dell’ultima disastrosa calamità naturale he travolto l’Italia, fanno irruzione nella vita di noi tutti, scossi, turbati, addolorati dell’ennesimo scossone che ha raso al suolo paesi, semplici ed ordinarie vite, attività commerciali, sogni, sorrisi.
Dormiva nel suo lettino nella casa delle vacanze ad Arquata del Tronto, ma il terremoto l’ha portata via. Marisol Piermarini aveva solo 18 mesi. E molto probabilmente è la vita più giovane spinta dal sisma insorto nel cuore della notte scorsa.
La piccola è morta stanotte nel crollo della casa dove si trovava insieme al papà Massimiliano e alla mamma Martina Turco, una giovane abruzzese scampata al terremoto dell’Aquila, la sua città, nel 2009. La donna aveva deciso di trasferirsi ad Ascoli dopo quella terribile esperienza, ma un altro terremoto le ha strappato la figlioletta.
Un destino paradossale e beffardo, quello disegnato nella vita di una madre, scampata alla morte per mano di quella stessa calamità che, invece, ha ucciso la sua piccola. Anche il terremoto che trucidò l’Abruzzo nel 2009 si manifestò nel cuore della notte, ma non è solo per questo che nella mente e nel cuore di Martina e di molti altri reduci di quella sciagura, stanotte sono riaffiorate tutte le paure e le reminiscenze emotive legate a quell’immane sciagura.
Una sciagura che, per l’ennesima volta, irrompe in semplici e sommesse vite per sottolineare quanto sa essere crudele, spietata e feroce la natura, quando vuole, se vuole.