Nel gergo camorristico, l’espressione “essere in villeggiatura” è sinonimo di detenzione in carcere. Non di rado accade che parenti ed amici di un detenuto, ne giustifichino l’assenza servendosi proprio di questa frase: “sta in villeggiatura”.
Analogamente e con la stessa incidenza, accade che uomini tornati in libertà dopo un periodo più o meno lungo di detenzione, motivino la loro uscita di scena con questa stessa frase: “sono stato in villeggiatura”.
Il carcere come una casa-vacanza, nella quale riposarsi dalle fatiche della malavita, in attesa di espiare la pena, per poi tornare a riabbracciare la predisposizione a delinquere, riabbracciando nuovamente le “vecchie abitudini”, senza minimamente lasciarsi sfiorare dall’idea di redimersi.
Le vacanze sono finite quest’oggi per un latitante di spessore del clan Mariano, per il quale, per effetto dell’operazione condotta dai narcos in Spagna, è ufficialmente iniziata “la villeggiatura”.
Tradito dalla vacanza a 5 stelle insieme alla famiglia, alloggiava in un resort da centinaia di euro a notte nella cosiddetta “New York del Mediterraneo”. Si nascondeva a Benidorm, gettonata località turistica valenziana, Salvatore Mariano, 40 anni, napoletano, sfuggito alla cattura il 2 marzo scorso durante l’operazione “Cartagena”, condotta dai carabinieri del Comando provinciale e del Ros di Napoli, blitz che portò all’arresto di 33 “signori della droga” del clan Contini – attivo nel centro partenopeo – e al sequestro di beni di lusso per oltre 20 milioni di euro. Il latitante aveva si era organizzato una lunga vacanza nel sontuoso complesso turistico, dove lui e i suoi familiari si erano registrati usando documenti falsi. La sua villeggiatura da milionario è stata interrotta dai carabinieri che hanno bussato alla porta della suite fingendosi personale di servizio dell’albergo. Quando i militari, intervenuti insieme al personale della polizia spagnola, si sono qualificati, la quiete della struttura turistica è stata interrotta dalle urla dei familiari e degli amici di Mariano, cimentatisi subito in una “sceneggiata” dal linguaggio piuttosto colorito.
Anche questo è un copione già visto e ben consolidato nella forma menti degli adepti del “sistema”: “le guardie sono degli infami”, lo Stato e gli uomini in divisa alari nemici della camorra e in quanto tali, non meritano rispetto, ma, anzi, soprattutto quando si trovano nel pieno esercizio delle proprie facoltà mettendo a segno un arresto, devono sentire tutto il disprezzo e la repressione di chi vive nel rispetto delle regole dell’”altro Stato”.
I militari hanno notificato un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip del Tribunale di Napoli su richiesta della locale Dda, al latitante, ritenuto responsabile di narcotraffico con l’aggravante del metodo mafioso. Sono state già avviate le procedure per l’estradizione in Italia.